lunedì 28 gennaio 2013

Giovanna Borruso in Recital per la stagione degli Amici della Musica di Palermo

Al Teatro Politeama debutto nella sua città da parte della giovane pianista palermitana, con al suo attivo felici  esperienze internazionali tra cui i concerti con orchestra all'Accademia Chigiana di Siena e alla Carnegie Hall di New York.


Lunedì 21 Gennaio, 2013





"...In ogni visione fuggevole vedo monti, immersi nei loro suoni cangianti di tonalità arcobaleno..."

Così il poeta russo Konstantin Dmitrievic Bal'mont scriveva nella  calda ombra del suo esilio parigino,  con i pensieri accesi verso  la sua grande città lontana, verso le gelide rive della Neva, l'amato fiume adagiato sul Baltico.
Non sfuggirono, al suo ritorno poi a Pietrograd, questi due brevi versi a Sergei Prokofiev per crearne un capolavoro assoluto, nel bel mezzo del clima preludente alla Rivoluzione.
Anche Giovanna, a suo modo, l'altra sera, nella riscrittura  interpretativa delle Visions fugitives ha saputo far rivivere, a noi e alla gremita platea del Politeama tutto il senso e il significato di un' opera d'arte straordinaria che tutto concede alle chanches  di ogni ricerca costruttiva: sul suono, sul colore, sugli innumerabili e mutevoli gradi,  pur rigorosi, del sentire espressivo.
Tra il dipanarsi dell'intero programma, (con la Polacca in sol  diesis  e II° Scherzo di Chopin, la Novelletta op. 21 di Schumann e il St. Francois de Paule di Liszt), abbiamo ritrovato in lei,  anche se così giovane, di là dai suoi trascorsi di enfant artiste del nostro Conservatorio, quel senso di nudità e coraggio che attiene alla sfera dei musicisti veri: una coscienza esecutiva permeata da anni di studio intenso, germinata su itinerari formativi di grande valore, resa possibile ora dalle tante verità che compongono il suo pensiero creativo. In due parole, su ogni cosa, la sensazione d' assistere all'esplicarsi, in questa ragazza, di una vita sinceramente dedicata alla musica, ugualmente divisa tra l'umiltà di  accettarne i disegni incompiuti  e l' orgoglio, la fierezza di saper dare il meglio di sé.
Per chi vi scrive, il poter accostarsi da un angolo del  loggione all'arioso  attacco della  Polacca il sol diesis è stato un qualcosa che ha avuto la virtù di un dono: un dono atteso, non tradito. Il dono di un brano mille volte proposto e tuttavia reso l'altra sera  d' una nuova veste,  tradotto in quel gesto di scolpire dall'alto delle braccia l'ebano nero dei tasti;  in quell'atto d' intingere di magia gli stessi spazi nutriti  dal silenzio; in quel bisogno di  segnare, così  ci è sembrato - cosa più bella - il cuore e i pensieri della gente giunta fin lì in teatro, ad ascoltare.
Il flashback di lei bambina,  con i suoi grandi occhi a sfidare le spirali  vorticose degli arpeggi, insieme  al fluire dei suoi vezzi innocenti  non poteva che condurre  a memorie  di sere  felici trascorse: a trofei di vittorie agitati  nell'aria tra il nugolo sereno degli applausi, tra l' imperlarsi in Giovanna della  gioia nelle tempie, sotto lo sguardo vegliante e pensoso di chi,  per prima,  ha sempre guardato  al suo avvenire...
E' stato un bel concerto, lunedì; dove ogni  facile eco  di ricordanze cedeva alteramente il posto allo spessore intrinseco dell'evento. Non ha rivelato ombre, lei nel suo pianismo:  soltanto la cosciente misura del volgersi ad un lavoro impervio,  e per questo meraviglioso: non occorrente di glorie, né di riscatti. Soltanto la musica, insomma: col  tendersi semplice al suo infinito.

Ad maiora, piccola.



Giovanna Borruso









Ecco il link con l'intervista  di Sara Patera:

http://www.facebook.com/notes/amici-della-musica-palermo/sara-patera-a-colloquio-con-giovanna-borruso/10152427018190125





Il pubblico del Politeama al concerto di Giovanna  Borruso














martedì 22 gennaio 2013

Schubert: Impromptu op.90 n.2 in Mib magg. Antonio Sottile, piano

Dopo Chopin  (Mazurka op.67 n. 4) su Youtube  il secondo brano dell'op. 90 composto da Schubert nel 1727, un anno prima della sua morte.Un breve ed essenziale  contributo iconografico  e l'impaginazione per il Web sono  stato curati insieme a RICERCHE VISIVE di Marco Fazio, giovane studente del Conservatorio di Palermo e dell'Accademia delle Belle Arti.


Ecco per voi questa mia esecuzione al pianoforte di un foglio che mi è molto caro. Ricordo che desideravo presentarlo agli esami di quinto anno, in Conservatorio. Il maestro volle negarmelo, preferendo farmi studiare    invece il Rondò Brillante di Weber. Non ci era lecito fiatare, allora, su tali questioni. Pssstt..! 
Fui costretto a inghiottire la cicuta di quella litania tediosa e interminabile di arpeggi: un acchiàna e scìnni senza requie, su e giù per la tastiera.  
Da allora non suonai mai più un rigo di Weber. 
Tanti anni dopo, tornando da Roma dopo l' editing con l'incisione di Schubert, andai a trovare il maestro a  casa sua. Mise il ciddì,  accese l'amplificatore del suo vecchio Marantz e si sedette sulla poltrona vicino alla finestra. L'Impromptu partì quasi senza chiedere permesso, terminando la sua corsa quattro minuti dopo.
- Certo - mi disse -  lo hai fatto bene il... Rondò Brillante di Weber, al quinto... - 
Ebbi un moto di sgomento, sembrai  non capire. Lui si alzò, mi venne incontro e prese a cingermi le spalle tra le sue mani grandi. Fu il suo primo abbraccio. Il primo di pochi altri.
Li porto tutti con me.