A volte accade che gli allievi "dieci e lode" alla fine vadano via, chiudendo quasi indifferentemente la porta. Tu no, Giampiero. Hai qualcosa di semplice, di profondo, dentro, da poter dire e insegnare a me, a te stesso e soprattutto agli altri. La tua strada è stata in salita, da quel tuo giorno di ragazzo. Da quel giorno in cui tua madre se ne è andata verso il suo luogo di resurrezione. Ce l'hai fatta. Sono certo che ora farai bene il tuo lavoro, nel giusto respiro tra misura e poesia. Nella Musica c'è posto soltanto per quelli che la amano veramente. Quelli come te. Ad maiora, ragazzo.
da Facebook, 18 novembre 2013
Maestro, mi
mancano le parole. Ma nonostante tutto proverò a scrivere qualcosa. Lei, in 10
anni, è riuscito a trasmettermi tanto. Nonostante le difficoltà, due anni fa
sono riuscito a completare il percorso. Se non fosse stato per lei sono sicuro
che non avrei raggiunto la fine dei miei studi musicali. Dal tempo della laurea
mi sono successe tante cose, soprattutto
positive. Sono riuscito anche a
concludere gli studi di musicoterapia. E adesso, dopo aver usato lo strumentario Orff invece che il
pianoforte, quasi per magia, mi sono ritrovato davanti un bambino e ho provato a trasmettere, alla tastiera,
ciò che lei ha trasmesso a me. Sia dal punto di vista umano che dal punto di
vista musicale. E' stata soltanto la prima lezione, ma chi ben comincia è quasi sempre a metà dell'opera. Ed è
cominciata benissimo, andando al di sopra di ogni mia aspettativa. Mentre
interagivo con il mio allievo ero fuori dal mondo. Fuori dal caos che c'è
all'interno di questa Nazione. Quella stanza era un posto a parte, dove ho
potuto rivivere le lezioni che lei mi impartiva al Conservatorio di Palermo.
Sono tornato bambino nonostante ero l'insegnante. Sono tornato bambino perché
oggigiorno è raro che un adulto riesca a vivere questo tipo di emozioni. A
breve inizierò con la musicoterapia, e sono sicuro che andrà bene. Non mi resta
che ringraziarla di cuore ed invitarla a continuare ad insegnare finché avrà la
possibilità di farlo. A presto.
Giampiero Carollo, discute la sua tesi |