Al Teatro Politeama debutto nella sua città da parte della giovane pianista palermitana, con al suo attivo felici esperienze internazionali tra cui i concerti con orchestra all'Accademia Chigiana di Siena e alla Carnegie Hall di New York.
Lunedì 21 Gennaio, 2013
"...In ogni visione fuggevole vedo monti, immersi nei loro suoni cangianti di tonalità arcobaleno..."
Così il poeta russo Konstantin Dmitrievic Bal'mont scriveva nella calda ombra del suo esilio parigino, con i pensieri accesi verso la sua grande città lontana, verso le gelide rive della Neva, l'amato fiume adagiato sul Baltico.
Non sfuggirono, al suo ritorno poi a Pietrograd, questi due brevi versi a Sergei Prokofiev per crearne un capolavoro assoluto, nel bel mezzo del clima preludente alla Rivoluzione.
Non sfuggirono, al suo ritorno poi a Pietrograd, questi due brevi versi a Sergei Prokofiev per crearne un capolavoro assoluto, nel bel mezzo del clima preludente alla Rivoluzione.
Anche Giovanna, a suo modo, l'altra sera, nella riscrittura interpretativa delle Visions fugitives ha saputo far rivivere, a noi e alla gremita platea del Politeama tutto il senso e il significato di un' opera d'arte straordinaria che tutto concede alle chanches di ogni ricerca costruttiva: sul suono, sul colore, sugli innumerabili e mutevoli gradi, pur rigorosi, del sentire espressivo.
Tra il dipanarsi dell'intero programma, (con la Polacca in sol diesis e II° Scherzo di Chopin, la Novelletta op. 21 di Schumann e il St. Francois de Paule di Liszt), abbiamo ritrovato in lei, anche se così giovane, di là dai suoi trascorsi di enfant artiste del nostro Conservatorio, quel senso di nudità e coraggio che attiene alla sfera dei musicisti veri: una coscienza esecutiva permeata da anni di studio intenso, germinata su itinerari formativi di grande valore, resa possibile ora dalle tante verità che compongono il suo pensiero creativo. In due parole, su ogni cosa, la sensazione d' assistere all'esplicarsi, in questa ragazza, di una vita sinceramente dedicata alla musica, ugualmente divisa tra l'umiltà di accettarne i disegni incompiuti e l' orgoglio, la fierezza di saper dare il meglio di sé.
Per chi vi scrive, il poter accostarsi da un angolo del loggione all'arioso attacco della Polacca il sol diesis è stato un qualcosa che ha avuto la virtù di un dono: un dono atteso, non tradito. Il dono di un brano mille volte proposto e tuttavia reso l'altra sera d' una nuova veste, tradotto in quel gesto di scolpire dall'alto delle braccia l'ebano nero dei tasti; in quell'atto d' intingere di magia gli stessi spazi nutriti dal silenzio; in quel bisogno di segnare, così ci è sembrato - cosa più bella - il cuore e i pensieri della gente giunta fin lì in teatro, ad ascoltare.
Il flashback di lei bambina, con i suoi grandi occhi a sfidare le spirali vorticose degli arpeggi, insieme al fluire dei suoi vezzi innocenti non poteva che condurre a memorie di sere felici trascorse: a trofei di vittorie agitati nell'aria tra il nugolo sereno degli applausi, tra l' imperlarsi in Giovanna della gioia nelle tempie, sotto lo sguardo vegliante e pensoso di chi, per prima, ha sempre guardato al suo avvenire...
E' stato un bel concerto, lunedì; dove ogni facile eco di ricordanze cedeva alteramente il posto allo spessore intrinseco dell'evento. Non ha rivelato ombre, lei nel suo pianismo: soltanto la cosciente misura del volgersi ad un lavoro impervio, e per questo meraviglioso: non occorrente di glorie, né di riscatti. Soltanto la musica, insomma: col tendersi semplice al suo infinito.
Ad maiora, piccola.
Ecco il link con l'intervista di Sara Patera:
http://www.facebook.com/notes/amici-della-musica-palermo/sara-patera-a-colloquio-con-giovanna-borruso/10152427018190125
Tra il dipanarsi dell'intero programma, (con la Polacca in sol diesis e II° Scherzo di Chopin, la Novelletta op. 21 di Schumann e il St. Francois de Paule di Liszt), abbiamo ritrovato in lei, anche se così giovane, di là dai suoi trascorsi di enfant artiste del nostro Conservatorio, quel senso di nudità e coraggio che attiene alla sfera dei musicisti veri: una coscienza esecutiva permeata da anni di studio intenso, germinata su itinerari formativi di grande valore, resa possibile ora dalle tante verità che compongono il suo pensiero creativo. In due parole, su ogni cosa, la sensazione d' assistere all'esplicarsi, in questa ragazza, di una vita sinceramente dedicata alla musica, ugualmente divisa tra l'umiltà di accettarne i disegni incompiuti e l' orgoglio, la fierezza di saper dare il meglio di sé.
Per chi vi scrive, il poter accostarsi da un angolo del loggione all'arioso attacco della Polacca il sol diesis è stato un qualcosa che ha avuto la virtù di un dono: un dono atteso, non tradito. Il dono di un brano mille volte proposto e tuttavia reso l'altra sera d' una nuova veste, tradotto in quel gesto di scolpire dall'alto delle braccia l'ebano nero dei tasti; in quell'atto d' intingere di magia gli stessi spazi nutriti dal silenzio; in quel bisogno di segnare, così ci è sembrato - cosa più bella - il cuore e i pensieri della gente giunta fin lì in teatro, ad ascoltare.
Il flashback di lei bambina, con i suoi grandi occhi a sfidare le spirali vorticose degli arpeggi, insieme al fluire dei suoi vezzi innocenti non poteva che condurre a memorie di sere felici trascorse: a trofei di vittorie agitati nell'aria tra il nugolo sereno degli applausi, tra l' imperlarsi in Giovanna della gioia nelle tempie, sotto lo sguardo vegliante e pensoso di chi, per prima, ha sempre guardato al suo avvenire...
E' stato un bel concerto, lunedì; dove ogni facile eco di ricordanze cedeva alteramente il posto allo spessore intrinseco dell'evento. Non ha rivelato ombre, lei nel suo pianismo: soltanto la cosciente misura del volgersi ad un lavoro impervio, e per questo meraviglioso: non occorrente di glorie, né di riscatti. Soltanto la musica, insomma: col tendersi semplice al suo infinito.
Ad maiora, piccola.
Giovanna Borruso |
Ecco il link con l'intervista di Sara Patera:
http://www.facebook.com/notes/amici-della-musica-palermo/sara-patera-a-colloquio-con-giovanna-borruso/10152427018190125
Il pubblico del Politeama al concerto di Giovanna Borruso |