Damiano Virga Pernice (1910- 1981) |
Un mio breve post dedicato a Damiano Virga Pernice: medico, letterato, politico, protagonista autentico della storia recente di Isnello, in occasione della presentazione del suo libro di poesie
E sorgerà quell'aurora candida, pubblicato da Edizioni Arianna.
Da
“Museo d’ombre “ di Gesualdo Bufalino:
“… Non dovremmo mai
smettere di rendere onore a quelle
miscellanee, a cura di Municipi e Pro Loco che si stampano, in provincia, qua e là. Opere incòndite, spesso , come
i Barbanera e i Lunari d’una volta,
ma che non saranno mai lodate a dovere:
serviranno domani, forse, depurate dalle senili tossine della nostalgia, a chi,
tra la polvere degli scaffali, non cerca soltanto i
testi senza tempo dei poeti supremi, ma fiuta il calore residuo delle esistenze che furono,
le pedate furtive della storia minore, quasi sempre più maestra d’ ogni
altra… Poiché storia non è solo quella
conservata negli annali del sangue e della forza; bensì quella legata al luogo,
fisico e umano in cui ciascuno di noi è
stato educato. Storia è il gesto
con cui s’intride il pane nella
madia o si falcia il grano; storia è un nomignolo fulmineo, un proverbio accattivante, l’inflessione d’una voce, la sagoma d’una tegola, il
ritornello d’una canzone; tutto ciò,
infine, che reca lo stemma del lavoro e
della fantasia dell’uomo…”
Ho scelto questo incantevole paragrafo da Museo d’ombre, quale preludio possibile ad alcuni miei brevi pensieri su Damiano Virga, protagonista autentico nella recente storia di Isnello.
Voglio
ringraziare la signora Magda e i suoi
fratelli, oltre ad Arianna Attinasi, mia allieva musicista ed
editrice, dell’ invito affettuoso ad essere
qui.
Voi
mi scuserete se
non sarò all’ altezza di narrare ,
di là da poche cose, intorno a fatti o a episodi concreti che attengano alla vita di quest’uomo importante. Ma qualcosa proverò a dirla ugualmente. Poiché,
come ci accade in certi libri di
racconti e d’ avventure, dove i personaggi ci appaiono nella loro entità fisica, viva, e il respiro dello loro azioni li fa
assurgere ad eroi del nostro
immaginario, così la figura umana e creativa del Dottore Virga, nel tempo, ha
finito per esserci vicina, sempre
più, lungo le trame e i percorsi del nostro intrinseco, profondo legame
con Isnello. Una sorta di conoscenza
fatale, imprescindibile, trapelata man mano guardando ai riflessi copiosi e fecondi di tante sue idee e
iniziative, venute fuori dalla forza entusiasta del suo
lavoro e del suo impegno.
Ci
piacerebbe conoscere tanto, del dottore. A
partire da minime cose. L’andare dei suoi passi, ad esempio; nel
tragitto che portava dal suo studio di medico al Comune; oppure il suo suono di
voce, a scandire nell’aria la
parola di un saluto; e da questo, comprendere, di lui, il bisogno di sentirsi vicino alla sua gente. O piuttosto, il suo essere poeta:
a stringere, socchiudere gli
occhi, cercando, tra il silenzio disceso da Montaspro, dai meandri di sestine o
settenari, l’atteso e invocato orizzonte
di sillabe e rime…
Ciascuna
di queste sue passioni meriterebbe stasera di essere qui discussa e sviscerata
e, siamo certi, lontano dalla fragilità, o dal limite che accompagna l’agire di tutti gli uomini, troveremmo
sempre un frammento o un indizio felice, in lui, per accrescergli il senso o il tributo d’una gratitudine.
Di
là dal raccogliere insieme il momento e
il valore d’un libro che nasce, della sensibile attenzione dell’ editore, del puro e assoluto slancio da parte dei figli
nel vedere dulcis in fundo pubblicata l’opera del padre,
ci sembra giusto non lasciar dimenticare l’altra opera, quella non
scritta, compiuta dal Virga ad Isnello,
per interi decenni in fatto di risveglio
culturale, di rinnovata coscienza
sociale, di acclamata, febbrile ricerca dei
propri cromosomi di identità.
E
forse un altro ancor più rilevante messaggio che egli ha
voluto lasciarci è legato alla sua stessa
capacità di dialogo e di intesa
con altri uomini colti, con altri pensieri illuminati, con altre menti
dischiuse, condividendo insieme ad essi
il dono e il merito di passar oltre,
talvolta, al disagio di aspri
e annosi conflitti pur di fare il bene del paese, pur di lasciare un solco di fertile e
fruttuosa risultanza al fluire dei suoi
intenti, delle sue promesse.
Lo
stessa promozione di dialogo che
oggi tra noi ahimè, troppe volte si è incapaci di intessere, di costruire, mortificando la coralità dei gesti in favore
di sordidi egoismi, o anteponendo
ostinate resistenze al divenire
del nuovo, e contro il nuovo brandire
spesso le armi vacue e cieche del giudizio.
Di
uomini come questi si avrebbe bisogno, ancora oggi: affinché le
nostre comunità non vengano ghermite, ce lo
ha detto il papa, dalla globalità dell’ ignavia
e dell’ indifferenza. E i giovani
vengano presi e conquistasti, per prima cosa,
dall’ insegnamento dei padri, e carpirne da essi
l’eredità più viva, l’eredità degli stessi sogni, come accadde a suo tempo al dottor Virga, col
proprio genitore, cultore anch'egli dell'arte dello scrivere.
Vorremmo
solo pensare, in una sorta di flashback,
di esile gioco tra tempo e memoria, alla
tenerezza di questo déjà vu tra padre
e figlio, tra don Carmelo e Damiano, tra il genitore poeta e il suo ragazzo. Al loro scambiarsi, tra il rosa/tramonto della Madonia, il profumo
delle metriche e dei versi, come frutti del loro stesso giardino, provenuti dall' albero e dai rami del loro stesso cuore …
E
vorrei ora, poter ricambiare con piacere al segno di una cortesia fattami da uno di voi figli qualche tempo addietro, a cui
domandai la copia del manoscritto d’una poesia di vostro padre. Una poesia che risultò utile, anzi, indispensabile, per il mio "Canto di Maggio" Una poesia che molti, molti di noi abbiamo
imparato a conoscere…
La Frottula
La Frottula
Tra
i tanti cosi rari di sarvari
d’ì
vecchi tradizioni tramuntati
una ci nnè, ch’ è digna di cuntari
tra li cosi prisenti e li passati…
tra li cosi prisenti e li passati…
Fròttula
la chiamàru p’ì la genti
ca a fudda e a frotti vi participava
cull’ alligrizza e l’animu ‘nnuccenti
e
lu firvuri di la genti brava.
E
fròttula la chiàmanu i paisani
ca
si fa prima di la pricissioni.
E’
l’ura pi li giùvini cristiani
di
diri ‘n coru preci e orazioni.
Sti Fròttuli, ca sù sempri diversi
sunnu cumpusizioni musicali
ca
sù cantàti cu l’antichi versi
a’
gloria d’ù Santuzzu di l’annali.
Grapi
lu curteu ‘na fanfaredda
doppu vennu palii e paliiceddi
E doppu arriva puru ‘a varicedda
parata
cu li favi e i lavuredda.
I
cantùra schirati ‘n prima fila
vannu
cantànnu lodi a lu Signuri
lu
cumannanti ‘u primu versu sfila
c’u
‘nà gran vuci e tuttu lu sò arduri.
A’
fanfarredda sapi la so parti
e
accompagna lu cantu già trascrittu
e
sona cù maistrìa, sona cull’ arti
pi
tuttu quantu è longu lu tragittu.
Cantannu d’accussì furrìa ‘u paisi
e cu ‘a maschiata speddinu li sona
dannu
a tutti li genti già l’avvisi
ca di la chiesa passa ‘à pricissioni. ..
Certo, questa sera,
convinti dall’ esser vero che l’arte, più di ogni cosa, più dello stesso pensiero, può e
sa ricondurci al rifiorire del passato, col suo magico sacco, col suo strascico vivo di galassie lontane, vorremmo
come poter immaginare d’avere qui,
sbarcato da chissà quale navicella,
l’uomo che stiamo celebrando, ricevendolo come si fa con un amico che ritorna.
E parlargli, chiedergli, condividere,
dibattere, intorno alle cose che amiamo:
prima di tutte , le sorti del nostro
paese. Ne avremmo da lui risposte altere, non desuete; di certo miranti all’ avvenire, dell’ uguale sostanza di chi sa
foggiare o ideare, e sa tradurre
poi il tutto nelle semplici azioni del vivere.
Infine, prima che egli riprendesse il viaggio verso i pulviscoli leggeri
del Gran Carro, saremmo lieti di riservargli una sorpresa:
la stessa che facciamo ora a voi che siete qui; l’ascolto dei
versi del padre, Don Carmelo Virga, mentre
intessono il loro canto, il loro
Adagio dolce, alla Madonna:
Là
dall ‘immenso empireo/
ove col Figlio impera/
tra lo splendor degli Angeli/
pietosa, a mane e a sera/
Ella ci ascolta i palpiti e acquieta il nostro duol…
Isnello, 18 Agosto 2013
ove col Figlio impera/
tra lo splendor degli Angeli/
pietosa, a mane e a sera/
Ella ci ascolta i palpiti e acquieta il nostro duol…
Isnello, 18 Agosto 2013