Immagino i tuoi baci
tra la neve.
Come un germoglio
che migra,
acceso
nelle nebbie.
Che va.
A quell’ ergerti
tu, viva,
su strade spoglie
tra le vene e il cuore.
Immagino i tuoi abbracci
come un airone a nutrirsi sui fossati.
Anche tu, in ricamo al tempo
e sulle cose intorno,
al caldo grido d' una tua sola luce.
Immagino i tuoi gesti
anche lievi come foglie
e poi vasti, come stelle dai ginepri,
là muoversi, acclamanti
quel raggio d' oro apparso nella stanza.
Immagino
qui
il nostro amore
in quell’ alba redenta dai ceppi,
di ambre cangianti,
di faville pazze
posarsi a te, in mai quiete.
Tu,
in quel giaciglio di labbra e petali di rose.
In quella storia sonante e senza fine
che tu sei.
Che anche lontana
hai luogo.
A quel riflesso di diamante
che al tuo nome approda,
e muore.
Come musica perduta
del suo fiato...
Così che torni
poi,
di florida giostra
a quel baleno dentro all'aria.
E quel volteggio,
risorto a chiamarmi
a prendermi, così,
da ogni muro od ombra.
Qui.
Nel tutto che tu sei.
(a.s. gennaio 2025)