sabato 27 aprile 2024
Ballata per Jaccòn
giovedì 25 aprile 2024
lunedì 5 febbraio 2024
I giovani nella musica, tra le ombre e i sogni.
Sentiamo approdare, innanzi ai nostri ragazzi di domani, un certo moto o leitmotiv di sofferenza.
Sentiamo, a volte, a lezione, una sorta di morso lieve, costante, che affligge ed inquieta, nel non poter dare un pò più di sereno, al loro avvenire.
Sentiamo mutare, ad ogni mattino, il senso o la sembianza di una meta: una linea di orizzonte che scorge la musica, il suo cuore, come fosse una essenza distaccata. Che prende sentieri tortuosi invece della via maestra.
Quale e’ la linea di noi insegnanti, da perseguire, in ombra ad un Adagio? Conviene partire daccapo oppure cambiar brano? Ricercare nella stanza, con gli allievi cari, un po' di suono, un po' di sole che riposa sulla dominante, o passare oltre, in virtu’ d’ un apprendistato più globale? Se, poi, domani - ciascuno di essi penserà - devo mettermi su un treno, fare la sardina su un aereo irlandese, a fare esami concorsuali, con un programma qua, o un altro, opposto, là, a smarrire il bisogno, invece, di una luce che più accarezzi il senso di cio’ che la musica acclama, vuole, pretende. Verso un incanto che appaia più compiuto.
Questo e’ il dilemma. Se l’ Arte, quella con la lettera giusta, vuole la virtu’ che sta nel mezzo, il distacco dall' essenziale, i giorni di lavoro devastati da plurime materie e le ore a brandelli, oppure attendere un po’ di bellezza che giunga sull’ uscio, che bussi alla porta, che sveli il germe stesso di ciò che, nel tempo, abbiamo cercato.
A cosa, di contro, si pensa? A una frase, ad esempio, da uno studente, ascoltata appena ieri.
“...Maestro, ho sempre sognato a un bel Concorso serio, dopo la laurea, dopo le metodologie, che fanno girare i cabbasìsi. Studiare, suonare si deve, tutto il giorno. Però, sa, sogno anche di insegnare. Le chiedo, forse bisognerebbe riscriversi ancora, fare punti, altri corsi, mettersi al sicuro. Maestro, leggo le storie dei pianisti…Trifonov coi piatti del pranzo sopra al piano. La Grimaud alla notte, con il suo Steinway, per meritarsi due ore al mattino, coi suoi lupi…. Quanto vorrei di questa sacra dedizione! Provarla almeno!"
Ascoltando quel ragazzo, al tacere dei suoni, di quel la bemolle là spento, poco a poco, non ho trovato parole volte a incoraggiare, o a illudere, in lui, l’ aria dei suoi pensieri fervidi, protesi al divenire. Non c'è tanto da sognare, in questo paese che dilania i percorsi, le effigie stesse guardanti la sfera e le cose della musica. Quell' alta formazione, soprattutto, di cui stentiamo a riconoscerne, oggi, tratti o sembianze che siano luminose. L' ho salutato, poi, a non voler scoprire la piaga d' un discorso, negli attimi seguiti al suo riporre gli spartiti nella sacca. Con quel Liszt del Widmung, intanto, che sembrava non voler andarsene dalle pareti, da quella finestra; prima di cercarsi una brezza, verso quel mare di fronte alla strada.
È qui il punto. Di la’ da certe riflessioni un pò percorse da amarezza, la Musica, con la sua sofferta identita’ formativa, anche se percorsa dal dolo o dall’ indifferenza, finisce nel permanere ugualmente, in noi. O in chiunque, che, per studio e per bisogno, ad essa si accosti. Come una roccia incurante del maestrale. Racchiusa tra lo stesso bisogno di amarla. Tra il grembo della sua verita’ d’ essere. Che, solo per questo, merita e invoca un segno di tre sillabe soltanto tra gli uomini o i luoghi chiamati a sostenerla: il rispetto.
martedì 16 gennaio 2024
La casa di Biagio
In bonu pani...
venerdì 29 dicembre 2023
Bastasse, la tua voce...
martedì 12 dicembre 2023
A ONURI ALL' ARTI TÒ (A Pino Riggio)
A ONURI ALL' ARTI TÒ…
(A Pino Riggiu)
Scrivìu n' endecasìllabu spariggiu
pi ttía, me caru professuri Riggiu.
Na iunta di paroli nta na gìstra
a onùri all'arti tò, granni e maìstra.
L' arti di dari lustru a li pinzèri
comu àlbiri, 'n capu a li trazzèri.
L' arti di dari sciàtu a la to' menti.
in donu a lu sapìri di la ggenti.
L' arti d' arritruvari 'u mari e l' ùnna
dintra ogni cosa, ca' nto còri abbùnna.
L'arti di dari vuci a na poisìa.
ntra l'aria ca' si sperdi, pi la vìa.
L'arti c'hai di cantari u tò paisi
ntra un chiòviri di stiddi e paraddìsi;
tra un lúciri di Fròttuli e Casàzzi.
ntra suli, nivi e luna cu i sò sprazzi...
E penzu ora, a' notti nmenzu i lumi
a la to' vita, 'n scùrriri di sciùmi.
A un vèniri di gràzii e di tempesti
di primavèri, di Santi e li so fèsti.
E mmagginannu 'u sonnu to' cchiu' granni
ti vidu, comu un ventu ntra li canni.
Com' un cristianu, dintra a la so' storia
chi mira sempri a Diu e la so gloria.
Ed ora ca passasti a un sacru munnu
in nui u duluri junci, assai prufunnu
Un grazie, a ttia , tra nu pinzèru assortu.
Innanzi a la speranza d' u Risortu.