Martedì 28 maggio, ore dieci e trenta. Edoardo attacca al piano il Largo dalla Sonata 31 no. 2 di Beethoven. L'accordo arpeggiato si effonde calmo dalle le mani alla stanza. Un fluire di pensosità fervida, accesa; un cantare quasi solitario affidato alla destra, dentro al mattino grigio percorso da una bozza di scirocco.
Proprio sul Si bemolle evocato in mezzopiano, dalla strada sottostante udiamo, io e gli allievi, un grido gracchiato e impietoso di megafono che lancia il suo tuonante, atavico bando: ORA ORA ! 'U SFUINNAAAVU ! SPINCIONELLO!
Proprio sul Si bemolle evocato in mezzopiano, dalla strada sottostante udiamo, io e gli allievi, un grido gracchiato e impietoso di megafono che lancia il suo tuonante, atavico bando: ORA ORA ! 'U SFUINNAAAVU ! SPINCIONELLO!
Lascio la sedia accanto allo strumento e mi lancio verso la finestra. Spalanco in un fulmine la persiana e scorgo di sotto una lapa gialla col tettuccio. Non esito anch' io a chiamare ad alta voce: - " ZZìu! Zzìu! aspittàssi! " Un uomo con i capelli unti, forse dello stesso olio dello sfincione, mi risponde con un gesto d'autorità antica, solenne, facendo di sì col capo e sorridendo sornione, dietro ai suoi occhiali da fondo di bottiglia...
Edoardo intanto era già lì, volato come uno sprinter fin giù per le scale del Bellini verso quell'oasi itinerante, odorosa di cipolla e mollica.
Ho il tempo di assistere dal parapetto dell'aula 24 all'esitazione della trattativa, con la carta dei cinque euro, ormai anch'essa di irrimediabile e untuosa memoria, finita quasi insieme al cibo da avvolgere.
Ma sì ! Una volta tanto Beethoven può aspettare. (Chissà, forse anche al vecchio, grande uomo di Bonn sarebbe piaciuta una porzione di sfincionello, in una delle sue passeggiate tra i giardini del Prater..!)
Ed eccoci qui: con l'orgoglio del fast food palermitano in bella mostra sopra al leggìo ed il pezzo caldo tra le mani, senza tovagliolo...
La Sonata, poco dopo, riprendeva il suo viaggio sonoro. Non riesco a spiegarvi il come, ma il tocco di Edoardo, aleggiante nella stanza, mi sembrava ora avesse un non so chè di pesante...
Oggi a lezione, Aula 24. |