Questa mia sera d'estate
è lasciarti il pensiero che sai;
quel vibrare che solo un pò conosci,
quell'essenza che vuole darti di me.
E vorrei, qui,
tra la vastità del tuo mancarmi
che ogni stella
avesse il tuo nome...
Quel nostro viaggio...
Il pensiero acclamato di un viaggio...
Che luce per il cuore sarebbe.
Che consòlo di spiagge, di valli remote
di preludi e arabeschi carezzati nel tuo segno.
Quali sussurri d'un fiume
o tuoi seni sfiorati
all' Isola delle Correnti.
Quale sonno o grido immolato per l'aria
o a notti di cobalto
mai dimentiche di te...
Quale brezza del vivere
approdarsi alle tue gambe bianche
a far dimora o fragranza
di ogni atteso desìo.
E il tuo venirmi, ovunque.
Forte e lieve
come il vagare di una Dea fanciulla
perduta e ritrovata dentro ai flutti,
riemersa nella forza di quel mito,
di quel bacio,
di quel passo di canzone...
E quel prostrarsi
tuo e mio a Erméte,
infine.
A che non abbiano mai,
le labbra,
il dolore di un deserto.
A che si tragga
dagli sguardi,
la bellezza di un dipinto.
A che sia invece lontana,
celata,
mai raggiunta,
amore,
la meta del ritorno.
Antonio Sottile, Agosto 2015