Don Corrado Lorefice, Arcivescovo
Carissimo Don Corrado,
Ci sono apparse, le sue parole, la sua voce, ieri, come una sorta di reminiscenza romantica, lisztiana; piene, esse, di una forza che prende campo, che trafigge, che illumina e accarezza.
Non so come o perchè, nell' inverso tragitto verso casa mi tornava, ieri, appunto, la Seconda "Légende" di Liszt.
Il suo declamare, il suo timbro, Eccellenza, là tra il fiato caldo dell'aria giunta alla marina, andava a scolpire, ad incalzare, insieme, moniti forti e preghiera, racconti, arringhe felici; sembrando ricordurci come accanto al "Saint Francois marchant sur les flotes" del grande musico ungherese. <3
Ci pareva di scorgere, Lei, Don Corrado, in un cammino a piedi nudi sull'acque, via via più forte, come fieri arpeggi ad accendere il vivere.
Con una meta, la Sua, ad avere un finale di speranza, incontro a braccia protese, là, tra il nero mare della tragedia, della sofferenza.
Non dimenticheremo, di questa sera, le Sue metafore dei vascelli, in ricordo a Rosalia; il suo ripasso della Storia, qui, ogni tanto a favore degli ultimi e dei giusti; le risonanti corde, nutrite d'imperiosa tenerezza; le mani grandi e forti spiegate su noi e la città: come un amore o una favola di padre.
Tra lo spargersi dolce delle stelle.
Ecco il link a cura di Tgs, con l' intera omelia di Mons. Lorefice, con il canto delle nostre Voci Bianche, con la cronaca della Processione di Santa Rosalia.
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