Sei qui,
al fuggire di questi mille giorni.
Su questo foglio sperso,
con l'inchiostro del tuo nome
che si increspa di pioggia,
di germogli,
di ombre, di parole.
Sei qui.
Mentre tace il teatro
che ha in scena l'amore
di cui giacciono
le tele,
come barche ferite agli uragani.
Sei qui.
Dove non è festa
al cantare delle trombe.
dentro a un tempo muto
di luminarie al cielo.
Lontano
- ricordi ? -
e' il sangue vermiglio dei gelsi
che irrompeva alle tue risa.
E bastavi
tu all'anima,
così;
come il marmo
delle Vergini
ai nostri luoghi di fanciulli
o come a quei viottoli in penombra
a sera
al tuo passaggio.
Mi rimane
di guardare le cose
come tu facevi.
Da sembrare tu cangiassi
il corso dell'onde, dei venti;
ferma a quel timone
che in guerra lieta
andava
in mente a scìe, a rotte
di Scille o d' Egei…
Sei qui.
E il sempre è in due sillabe,
dentro all'infinito.
Di fessure fra le pietre
a rifiorirti accanto.
Di varchi in linea al mare
la' in tua lode
oltre l'essere o il finire…
Stare qui,
per te;
con stormi di risuoni all'albe.
O con plettri di carezze, quando è notte.
E per lanterne e lucciole
scambiarti.
Se giungermi
tu
in balzo al cuore.
Fosse in magica o amara ventura.
A un venuto, o a un perduto rintocco.
O, per vano
e avverso sogno,
il senso soltanto di un margine d'oro.
A te accanto.
(a.s. agosto 2023)