Tu lo sai.
Io vivo di quel tempo.
Di quell’autunno
e le sue calde bacche.
Di quando giungevi per me,
in quel carro di dolce vendemmia,
con le risa, ebbre e perse, a cambiare i tramonti.
Tu lo sai.
Dei paesi e sestrieri
vissuti nei tuo occhi.
Tra i racconti e il suono
d’una pioggia, a sera;
Tu lo sai.
Dei paesi e sestrieri
vissuti nei tuo occhi.
Tra i racconti e il suono
d’una pioggia, a sera;
(e la bellezza starti accanto,
là, tra le grame cadenze del vivere...)
Lo sai.
Di quel fiato nella stanza.
Del bianco tremore sospeso nei tuoi fianchi.
Di quel petto di spume e romanze:
quando portavi il bisogno che sorge,
l’amore,
nel suo fervido covo di cenere,
tra la luce segreta e amica
a ogni ritorno.
Tu lo sai.
Io vivo gia’ sempre
della donna che sei.
Col suo adagio di schiere sonanti.
D’una linfa che approda,
che commuove,
in fondo a un un tepore di labbra vermiglie...
Lo sai.
Come fermo abbia il cuore
sul tuo istante di cristallo,
in fondo a un un tepore di labbra vermiglie...
Lo sai.
Come fermo abbia il cuore
sul tuo istante di cristallo,
e le parole;
come rami nudi
che fioriscono poesia.
come rami nudi
che fioriscono poesia.
E poi
nutrire immagini in te.
D’ogni cosa, d’ ogni estate.
Con i suoi mari di carta lucente,
i suoi grilli in festa,
le sue tele pittàte nelle notti...
Lo sai.
Quanto tu sia altro o tutto,
dentro me.
Come un pane che cresce nel mattino.
come un libro che parla e riappare.
O come il dono dolce,
qui
su cui fletto il mio capo.
Mentre cammino
e per le vie
ti penso.
Quanto tu sia altro o tutto,
dentro me.
Come un pane che cresce nel mattino.
come un libro che parla e riappare.
O come il dono dolce,
qui
su cui fletto il mio capo.
Mentre cammino
e per le vie
ti penso.