lunedì 26 novembre 2018

Versi, per una sola canzone
































 












Tu lo sai.

Io vivo di quel tempo.

Di quell’autunno

e le sue calde bacche.


Di quando giungevi per me, 

in quel carro di dolce vendemmia,


con le risa, ebbre e perse, a cambiare i tramonti.


  Tu lo sai.

  Dei paesi e sestrieri

  vissuti nei tuo occhi.

 Tra i racconti e il suono

 d’una pioggia, a sera;

 (e la bellezza starti accanto, 

 là, tra le grame cadenze del vivere...)


 Lo sai.

 Di quel fiato nella stanza.

 Del bianco tremore sospeso nei tuoi fianchi.

 Di quel petto di spume e romanze:

 quando portavi il bisogno che sorge,

 l’amore,

 nel suo fervido covo di cenere,

 tra la luce segreta e amica

 a ogni ritorno.


 Tu lo sai.

 Io vivo gia’ sempre

 della donna che sei.

 Col suo adagio di schiere sonanti.

 D’una linfa che approda, 

 che commuove,

 in fondo a un un tepore  di labbra vermiglie...


 Lo sai.

 Come fermo abbia il cuore

 sul tuo istante di cristallo,


 e le parole;

come rami nudi

 che fioriscono poesia.


 E poi

 nutrire immagini in te.

 D’ogni cosa, d’ ogni estate.

 Con i suoi mari di carta lucente, 

 i suoi grilli in festa,


 le sue tele pittàte nelle notti...


 Lo sai.

 Quanto tu sia altro o tutto,

 dentro me.

 Come un pane che cresce nel mattino.

 come un libro che parla e riappare.

 O come il dono dolce,

 qui

 su cui fletto il mio capo.


 Mentre cammino


 e per le vie

 ti penso.





antonio sottile, ottobre 2018