venerdì 17 maggio 2024
Al parlare delle stelle...
lunedì 13 maggio 2024
Un momento importante, per il miglioramento dei Corsi nei Conservatori.
Da una nota appresa dalla pagina Facebook del Conservatorio di Palermo accolgo con grande favore e letizia, l’ individuazione del nostro collega Ignazio Schifani, quale coordinatore generale del gruppo di lavoro per l’esame istruttorio delle richieste di attivazione e/o modifica dei corsi istituzioni Afam.
Tale esame costituirà, lo riteniamo fortemente, una grande opportunità per lo stesso Cnam, per il mondo dei Conservatori, a partire dal lavoro dei Consigli di Corso, fino ai Consigli Accademici e all’ organismi che ne cureranno e ne approveranno la ricomposizione.
Un appuntamento di straordinaria rilevanza onde contribuire al porre, in primis, dei cambiamenti necessari, attenti, edificanti, oserei dire imprescindibili in favore del far musica, da parte dei nostri studenti.
Il poter prendere ad esempio sistemi virtuosi
nel panorama europeo ed internazionale laddove gli studi e i percorsi musicali si avvalgano della chance verso una musica maggiormente vissuta, rispetto a quella pur ragionevolmente discussa. L’ esigenza di porre in primo piano le azioni ineludibili della crescita, della dedizione allo strumento, alla voce, allo stesso comporre. La ricerca del senso, del lavoro di ogni giorno nel rapporto verso la musica da compiere, pur non trascurando
i crismi di altri importanti valori culturali e formativi della sfera teorica.
Molti fra noi, lungo quasi mezzo secolo di
insegnamento ed esperienza presso i Conservatori, hanno sofferto e seguitano a soffrire, dopo oltre un ventennio dell’attivata riforma, riguardo al disagio dei propri allievi innanzi a un'entità a volte soverchiante di ore da svolgere in presenza, nell’ ambito dei piani di studi. E molto altro ancora, su cui occorre ben riflettere.
Il bisogno di una misura maggiore di equilibrio, fra tutti questi elementi costituisce un fatto di inequivocabile impellenza, la cui sorte sta a cuore a tantissimi giovani e maestri.
Pensiamo crediamo, che nel sacrale atto del compiersi della musica, l' acclamare al possederla debba prevalere, rispetto al senso stesso di conoscerla.
sabato 27 aprile 2024
Ballata per Jaccòn
giovedì 25 aprile 2024
lunedì 5 febbraio 2024
I giovani nella musica, tra le ombre e i sogni.
Sentiamo approdare, innanzi ai nostri ragazzi di domani, un certo moto o leitmotiv di sofferenza.
Sentiamo, a volte, a lezione, una sorta di morso lieve, costante, che affligge ed inquieta, nel non poter dare un pò più di sereno, al loro avvenire.
Sentiamo mutare, ad ogni mattino, il senso o la sembianza di una meta: una linea di orizzonte che scorge la musica, il suo cuore, come fosse una essenza distaccata. Che prende sentieri tortuosi invece della via maestra.
Quale e’ la linea di noi insegnanti, da perseguire, in ombra ad un Adagio? Conviene partire daccapo oppure cambiar brano? Ricercare nella stanza, con gli allievi cari, un po' di suono, un po' di sole che riposa sulla dominante, o passare oltre, in virtu’ d’ un apprendistato più globale? Se, poi, domani - ciascuno di essi penserà - devo mettermi su un treno, fare la sardina su un aereo irlandese, a fare esami concorsuali, con un programma qua, o un altro, opposto, là, a smarrire il bisogno, invece, di una luce che più accarezzi il senso di cio’ che la musica acclama, vuole, pretende. Verso un incanto che appaia più compiuto.
Questo e’ il dilemma. Se l’ Arte, quella con la lettera giusta, vuole la virtu’ che sta nel mezzo, il distacco dall' essenziale, i giorni di lavoro devastati da plurime materie e le ore a brandelli, oppure attendere un po’ di bellezza che giunga sull’ uscio, che bussi alla porta, che sveli il germe stesso di ciò che, nel tempo, abbiamo cercato.
A cosa, di contro, si pensa? A una frase, ad esempio, da uno studente, ascoltata appena ieri.
“...Maestro, ho sempre sognato a un bel Concorso serio, dopo la laurea, dopo le metodologie, che fanno girare i cabbasìsi. Studiare, suonare si deve, tutto il giorno. Però, sa, sogno anche di insegnare. Le chiedo, forse bisognerebbe riscriversi ancora, fare punti, altri corsi, mettersi al sicuro. Maestro, leggo le storie dei pianisti…Trifonov coi piatti del pranzo sopra al piano. La Grimaud alla notte, con il suo Steinway, per meritarsi due ore al mattino, coi suoi lupi…. Quanto vorrei di questa sacra dedizione! Provarla almeno!"
Ascoltando quel ragazzo, al tacere dei suoni, di quel la bemolle là spento, poco a poco, non ho trovato parole volte a incoraggiare, o a illudere, in lui, l’ aria dei suoi pensieri fervidi, protesi al divenire. Non c'è tanto da sognare, in questo paese che dilania i percorsi, le effigie stesse guardanti la sfera e le cose della musica. Quell' alta formazione, soprattutto, di cui stentiamo a riconoscerne, oggi, tratti o sembianze che siano luminose. L' ho salutato, poi, a non voler scoprire la piaga d' un discorso, negli attimi seguiti al suo riporre gli spartiti nella sacca. Con quel Liszt del Widmung, intanto, che sembrava non voler andarsene dalle pareti, da quella finestra; prima di cercarsi una brezza, verso quel mare di fronte alla strada.
È qui il punto. Di la’ da certe riflessioni un pò percorse da amarezza, la Musica, con la sua sofferta identita’ formativa, anche se percorsa dal dolo o dall’ indifferenza, finisce nel permanere ugualmente, in noi. O in chiunque, che, per studio e per bisogno, ad essa si accosti. Come una roccia incurante del maestrale. Racchiusa tra lo stesso bisogno di amarla. Tra il grembo della sua verita’ d’ essere. Che, solo per questo, merita e invoca un segno di tre sillabe soltanto tra gli uomini o i luoghi chiamati a sostenerla: il rispetto.