lunedì 13 maggio 2024

Un momento importante, per il miglioramento dei Corsi nei Conservatori.


Da una nota appresa dalla pagina Facebook del Conservatorio di Palermo  accolgo con grande favore e letizia,  l’ individuazione del nostro collega Ignazio Schifani, quale coordinatore generale del gruppo di lavoro per l’esame istruttorio delle richieste di attivazione e/o modifica dei corsi istituzioni Afam.


Tale esame costituirà, lo riteniamo fortemente, una grande opportunità per lo stesso Cnam, per il mondo dei Conservatori, a partire dal lavoro dei Consigli di Corso, fino ai Consigli Accademici e all’ organismi che ne cureranno e ne approveranno la ricomposizione. 

Un appuntamento di straordinaria rilevanza onde contribuire al porre, in primis, dei cambiamenti necessari, attenti, edificanti, oserei dire imprescindibili in favore del far musica, da parte dei nostri studenti.

Il poter prendere ad esempio sistemi virtuosi 

nel panorama europeo ed internazionale laddove gli studi e i percorsi musicali si avvalgano della chance verso una musica maggiormente vissuta, rispetto a quella pur ragionevolmente discussa. L’ esigenza di porre in primo piano le azioni ineludibili della crescita, della dedizione allo strumento, alla voce, allo stesso comporre. La ricerca del senso,  del lavoro di ogni giorno nel rapporto verso la musica da compiere, pur non trascurando 

i crismi di altri importanti valori  culturali e formativi della sfera teorica. 

Molti fra noi, lungo quasi mezzo secolo di 

insegnamento ed  esperienza presso i Conservatori, hanno sofferto e seguitano a soffrire, dopo oltre un ventennio dell’attivata riforma, riguardo al disagio dei propri allievi innanzi a un'entità a volte soverchiante di ore da svolgere in presenza, nell’ ambito dei piani di studi. E molto altro ancora, su cui occorre ben riflettere. 

Il bisogno di una misura maggiore di equilibrio, fra tutti questi elementi costituisce un fatto di inequivocabile impellenza, la cui sorte sta a cuore a tantissimi giovani e maestri. 

Pensiamo  crediamo,  che nel sacrale atto  del compiersi della musica, l' acclamare al possederla debba prevalere, rispetto al senso stesso di conoscerla.