martedì 2 giugno 2015

Quante cose tu sei...







Una poesia per voi.  Un'anafora dolce.

Buona lettura.

















Quante cose tu sei …



Riconosco in te

la poesia che vive.

La tua poesia

snudata in un suono, in un libro, in un mattino.




Riconosco in te

l’essenza d’oro delle labbra

quando parli e mi cerchi,

lì, tra pensieri di rive notturne,

tra i campi  gravidi del cuore.




Riconosco in te

l’attesa  che fa diverso il tempo

tra questa linfa pura, lontana

che invoca  i tuoi approdi

che sa

del tuo tremante arcobaleno.




Riconoscere in te

le mete

le memorie  dell’autunno.

Quel borgo

(ricordi?).

Quel  muro di grilli e silenzi

Quel paradiso scarno.

E lì il tuo pudore

a smarrirsi tra gli ulivi

a voce leggera

verso l’ infinito.    



Riconosco in te

il bisogno ed il gesto

il cui fine sei tu.

La  vivida manna  d’un abbraccio

e, sulla bocca

il rìvolo sanguigno di un granato.



Riconoscere in te

quante cose tu sei.

Quando m’arrivi  dal viaggio

delle  ore  distanti,

tra l’ardire d’ogni tenerezza

e  il rapsodo andare

dei tuoi tratti.



E la libertà poi.

La tua.

Come musica assorta

di cadenze

di rubati

come sospesi

essi

tra l’ardua misura del vivere.



Riconosco in te

la primavera,

le parole.

Due sillabe minime

a  scaldare  gli istanti

per cui vivo.

E poi

al vederti,

l’espandersi di vene

in un canto vermiglio.

A placarmi

amore

la vastità d’ogni sete.   




 Riconoscere poi  in te

 quel sole che annega all' orizzonte

e  la  mia rotta 

a quella linea d’ azzurro e di acque,

E trovarvi 

la tua febbre

laggiù  come perduta

tra i sussulti del maestrale.

In uno strenuo morire di carezze...



Riconoscere in te

quella strada di neve.

Il fuggire  ansante

fino a casa.

E il bisogno di noi in un intimo sorso.

Dentro al grembo felice

d’ogni attimo.



Riconoscere in te

la poesia che  qui si ferma.

Prima  che si scriva il cammino di domani.

Qui, mentre giacciono a me accanto

le tue vesti.



In questo muoversi d’aria

di me, di noi.


Questa poesia…


Questa poesia
che viene al mondo.

Che riconosco
 in te.





                                                                                       
                                                                     Antonio Sottile, giugno 2015