martedì 28 maggio 2013

Beethoven e lo sfincionello...

Mattinata in Conservatorio con break alternativo....



















Martedì 28 maggio, ore dieci e trenta. Edoardo  attacca al piano il  Largo  dalla Sonata 31 no. 2 di Beethoven. L'accordo arpeggiato si effonde calmo dalle le mani  alla stanza. Un fluire di pensosità fervida, accesa; un cantare quasi solitario affidato alla destra, dentro al mattino grigio percorso da una bozza di scirocco.
Proprio sul Si bemolle evocato in mezzopiano, dalla strada sottostante udiamo, io e  gli  allievi, un grido gracchiato e impietoso di megafono che lancia il suo tuonante,  atavico bando: ORA ORA ! 'U SFUINNAAAVU ! SPINCIONELLO!
Lascio la sedia accanto allo strumento e mi lancio verso la finestra. Spalanco in un fulmine la persiana  e scorgo di sotto  una lapa  gialla col tettuccio. Non esito anch' io a chiamare ad alta voce: - " ZZìu! Zzìu! aspittàssi! "  Un uomo con i capelli unti, forse dello stesso olio dello sfincione, mi risponde con un gesto d'autorità antica, solenne, facendo di sì col capo e sorridendo sornione, dietro ai suoi occhiali da fondo di bottiglia...
Edoardo intanto era già lì, volato  come uno sprinter fin giù per le scale del Bellini verso quell'oasi itinerante, odorosa di cipolla e mollica. 
Ho il  tempo di assistere dal parapetto dell'aula 24  all'esitazione della trattativa, con la carta dei cinque euro, ormai anch'essa di irrimediabile e untuosa memoria, finita quasi insieme al cibo da avvolgere.
Ma sì !  Una volta tanto Beethoven può aspettare. (Chissà, forse anche al vecchio, grande uomo di Bonn sarebbe piaciuta una porzione di sfincionello, in una delle sue passeggiate tra i giardini del Prater..!) 
Ed eccoci qui:  con l'orgoglio del fast food palermitano in bella mostra sopra al leggìo ed il pezzo caldo tra le mani, senza tovagliolo...
La Sonata, poco dopo, riprendeva il suo viaggio sonoro. Non riesco a spiegarvi il come,  ma il tocco di Edoardo, aleggiante nella stanza, mi sembrava  ora avesse un non so chè di pesante...




Oggi a lezione, Aula 24.

domenica 26 maggio 2013

Vivere, senza te


 E' il testo d'una canzone. Ne ho scritto anche la musica.
 Una cosa leggera.

Vorrei cercarmi un bravo arrangiatore...


Buona lettura, intanto.











Vivere.

Senza te /

Con quel tuo nome

chiuso

dentro me /


per le strade

in fondo ai bar /

il tuo pensiero

appeso all'anima /



Ed ora che

tu sei già via /

di fronte al mare

seguo la tua scìa /


e mentre il sole annega

in dolce oblìo /

averti in me

non sembra mai un addìo.../
                                                                    


E il vento cancelli
                
stanotte

le impronte d'ogni altra carezza /

così che un fuggire d' ebbrezza              

dalle tue labbra  nude,

allora

amore,

mi verrà.../



E svelerò

quella magia:  ...  /

perchè il delirio

in te

si fa poesia... /

Perchè la rosa

mai appassisce /

l'eco di un sogno

mai svanisce /

di te

qui nella vita mia.../




                                               
Vedrò già il mio cuore
                                                 
stanotte

smarrirsi piano al tuo sorriso /

                                               
e un tratto di luce al tuo viso /

come una perla schiusa

in fondo al mare

amore,

mi verrà.../
                           








Victor Fathaus:          " donna"           1989







                                                                              All rihgt reserved, 2013                                          
                                                                                         


















                                                     

martedì 7 maggio 2013

Il debutto di Gabriele Laura in Recital alla Feltrinelli

Successo del giovanissimo pianista, 14 anni, impegnato nel salotto musicale e letterario palermitano in un concerto antologico con  Bach, Mozart, Chopin, Liszt, Debussy.




Palermo, 22 Aprile 2013.



"Vincenzo Bellini suona alla Feltrinelli."
 No. Non stiamo scrivendo qui del celebre "cigno di Catania",  ritornato in terra  ad eseguire, per via d'avveniristici  miracoli del Dna, il sublime  "Ah non credea mirarti"  ad appena duecento anni dalla sua creazione!
E' il titolo, invece, di una felice iniziativa del nostro Conservatorio e del suo direttore Daniele Ficola nel proporre un'organica serie di appuntamenti  di  rilievo nella sede della nota libreria di via Cavour, con protagonisti alcuni dei migliori giovani e giovanissimi provenienti  dal vivaio della nostra Istituzione.
Gabriele era al suo recital d'esordio, lo scorso 22 Aprile: oltre 40 minuti di performance, da Bach a Debussy. Un bell'itinerario, entro stili diversi. Un racconto sonoro che vedeva l'alternarsi dei brani più significativi del suo repertorio con altri presentati, appunto, per la prima volta.
L'atmosfera della musica alla Feltrinelli suole ogni volta comporsi di aspetti vivi, leggeri, quasi colloquiali. Non è raro che un cliente della libreria possa candidamente imbattersi nel musicista di turno intento a provare, e iniziare magari con lui  una conversazione; o che qualcun altro possa ritrovarsi a migrare d' emblée dal severo impegno d'una lettura verso l'incanto inatteso delle semicrome. Bella gente, insomma,  tra i libri e le sale:  effigi dall'umano mondo; dal  barbuto veterano intellettuale  di sinistra che si aggira serioso tra gli scaffali alla prosperosa fanciulla profumata di essenze d' ambergrìs, con la  lunga veste ondulata a carezzare il parquet.
Ho visto Gabriele  sentirsi a suo agio in quel luogo, prima di accostarsi al pianoforte. Mi è parso tuttavia di leggere qualcosa di diverso, questa volta,  nel suo sguardo: una pensosità nuova, lievemente vibrata, prelude già alla musica da offrire. Una dedizione - nell'animo del  giovanissimo pianista  -  segnata da linee e da tragitti mille e mille volte intrapresi e tuttavia pregnati ora da un senso di vaghezze lievi, di  teneri scandagli del cuore: tutto ciò che compone, insomma, il mistero dell'arte e la magia dell'essere lì  a prepararsi per il pubblico.
Il ragazzo  ha sentito e nutrito il bisogno di dare in questa occasione altre importanti risposte, di sé: più di ogni cosa l'avvio di una ricerca maggiormente addentrata verso il suono e le sue prospettive, oltre ad una più attenta considerazione riguardo all'approccio  stilistico e sugli autori.
Il  concerto alla Feltrinelli è stato per Gabriele un momento indimenticabile della sua crescita musicale, dalla risultante consapevolezza che la pur assai utile esperienza dei concorsi non vale di certo  l'incanto di un recital  tutto proprio, con la gioia dei tanti lì ad applaudirti, che equivale alla stessa gioia di suonare per ciascuno di essi.
" Do ut des"  - direbbero i latini.
 " Do ut diesis "  risponderebbe  Turi,  il mio amico posteggiatore, anch' egli esperto che di lingue antiche...

Ad maiora, Gabri.


Ecco alcuni video del  recital:

domenica 5 maggio 2013

Carmen Sottile, Primo Premio Assoluto al XVIII Concorso Nazionale "Benedetto Albanese" di Caccamo.

La giovanissima allieva del Conservatorio Bellini di Palermo, 9 anni, ha eseguito nella categoria A del Concorso l' Allegro dalla Sonata op. 32 no. 3 di Clementi.


Caccamo, 27 Aprile 2013



Torno a scrivere, dopo intere settimane, fra le pagine di questo blog. Una buona ragione per farlo è un piccolo video postato da Ferdinando Laura, papà del mio alunno Gabriele, in occasione del concerto dei vincitori al Concorso di Caccamo di pochi giorni fa. Un gesto di gentilezza e attenzione da parte sua verso Carmen, nel riprenderla al suo primo appuntamento  nel  vivo di una competizione pianistica.
Vedere e sentire la mia bambina al pianoforte, nel " posto più bello e solitario che esista " - così lo descrive Wladimir Horowitz -  non può non ricondurmi ad altre emozioni vissute  e condivise con gli allievi dentro il percorso di questi anni.  Un viaggio di gioiose avventure tra i loro animi e i loro sogni, tra i  cangianti riflessi delle loro diversità, tra il respirare mutevole delle loro indoli. Come la musica, del resto: come un mai uguale disegno o flutto d'onda che appare e si  adagia innanzi alle rive...
Certo, di questa esperienza o di là dal divenire di altre in futuro,  non dimenticherò le parole di Carmen appena al suo risveglio, prima della partenza verso il luogo dove avrebbe suonato.  - "Papà, mi sento le farfalle danzare nello stomaco " -
Sì le farfalle. Il loro trepidare innocente verso un pensiero, verso il loro primo volo di bellezza.
Auguri, piccola.



Ecco il video: