lunedì 30 dicembre 2013

Video: Le Voci bianche del Conservatorio V. Bellini di Palermo a Salisburgo.


E' una ripresa amatoriale del papà di Asia, mezzosoprano delle Voci bianche: una piccola testimonianza della nostra esperienza musicale a Salisburgo.

Vi consigliamo di ascoltarla a volume generoso  o in cuffia poichè il microfono della handycam tende a catturare solo le frequenze più vicine.






Salisburgo, 27 novembre 2013.




Ecco i link dei due brani. Buon Ascolto.



G. Di Giandomenico: Magnificat 


A. Tomarchio - A. Sottile : Bammineddu balla balla







domenica 8 dicembre 2013

Le Voci Bianche del Conservatorio di Palermo: Un viaggio indimenticabile, tra la cultura musicale dell'Austria.

I due concerti del breve tour austriaco nella ST Galluskirche di Bregenz e nella Franziskanerkirche di Salisburgo, luoghi simbolo per la musica corale in Europa.

Bregenz, 26 novembre 2013.

Salisburgo,  27 novembre 2013.















La neve...

E' stata  il nostro motto, il leitmotiv costante, già ancora prima di partire; insieme ad un  affanno leggero tra gli animi e il timore non tanto vago che il meteo potesse in qualche modo guastare i nostri sogni.
Presi dal dilemma, non sapevamo alla fine se invocarla, o cacciarla via dai pensieri.
Erano in diversi, nel coro, a non averla  mai veduta, la neve:  soltanto nei cartoons, forse, o nei grandi film delle epopee russe come Anastasia o Doctor Zivago, puntuali,  nelle nostre case ad ogni Natale, con  i loro paesaggi di tàighe sperdute, a ricantare  la poetica e il calore dei sentimenti.  
Già a Verona, appena discesi dall'aereo, l'anfiteatro delle Dolomiti coperte di bianco, di là dall'Adige e dal Garda ci offriva la sua prima scena di luce, il suo bagliore terso come di quinta illuminata.
Il pullman con Luca era lì ad attenderci, per quel viaggio oltre le Alpi così voluto e carezzato; sospinto dal desiderio di poter essere con la nostra musica negli stessi  luoghi di Mozart e di Schubert, nelle stesse incantevoli chiese dei grandi festival corali e strumentali. 
Sopratutto, come altre volte accaduto in passato, ci piaceva tornare a respirare l' aria e il clima di quella classicità mitteleuropea custodita da sempre con tanta cura e amore dalle genti di quelle città, come proprio esempio ineludibile, come elemento e  cromosoma della propria stessa cultura.
Nevicava leggero, al Brennero: in piccole, illusorie stelle evanescenti, che andavano a stamparsi e poi a sparire sulla finestra del grande parabrezza, rischiarato ogni tanto dall'aria calda che risaliva dal motore. Cinque ore di tragitto filato fino a Bregenz, con il solo intermezzo d' una squisita zuppa di porri nella sosta a Bressanone. 
Il risveglio sul lago di Costanza era del colore che sappiamo: d'una coltre candida, appena adagiata sulle grondaie delle case, sui tetti delle automobili,  in cima ai lampioni ancora accesi nonostante il mattino.
Un salto alla ST. Gallus PfarrKirche, il luogo dell'esibizione, prima di mezzogiorno. Il tempo di scorgere,  lì, qualche foto, qualche brochure: i Wiener Sinphoniker, il coro della Parrocchia e del Voralberg  tutti insieme ad eseguire le Messe di Haydn, per il Festival di quell'anno...
Poi, al tardo pomeriggio, il Concerto. Con la gente festosa ad applaudirci in piedi, dopo il lungo silenzio di un ora,  mai a interrompere un brano con  l'altro. Una disciplina d'ascolto severa, prélude alla vera gioia del saluto conclusivo.
All'uscita dalla chiesa nevicava fitto sulle felpe, sugli argenti delle divise, sulle ballerine delle ragazze, dentro  i sorrisi stupefatti di ciascuno e i  fiocchi, nella loro danza impalpabile, s'adagiavano come in lievi magie  sui vetri degli occhiali, tra le pieghe dei capelli:  bellissimi chignon dell' effimero, tra il tempo assai breve e infinito del ritorno...

La mattina successiva la sveglia era all'alba. Più di 350 chilometri per Salisburgo, passando da Monaco di Baviera. Il sole si sforzava di salutarci, ogni tanto, riflettendo schegge di quella luce a noi invece così cara e consueta. Tuttavia,  il febbrile andare verso la città  di Mozart non lasciava spazio, ora, a reminiscenze di malinconia per le nostre  amate, sicule contrade.
A mezzogiorno, eccola, innanzi ai nostri occhi: la Patria del genio. Il germe, la dimora, la  prima linfa della sua arte, della scrittura del perfetto, della pura, ineffabile umanità del suo creare. Il piccolo Wolfgang, che da qui partiva o vi ritornava dal suo peregrinare per le corti d'Europa, con le mani  aggrappate al bavero del padre...
Dopo il pranzo non c'è stato alcun tempo per il riposo in albergo; subito in divisa per le prove verso il centro storico di Salzburg e, nel suo cuore, la splendida, slanciata guglia delle Franziskaner kirche.
Entrandovi, la severità e l'imponenza  del gotico sembrava quasi accrescere in noi, un senso di timorosa, reale apprensione, unita  di sicuro anche all'ansia  per il divenire del concerto. Giunti però ai ripiani dell'altare, intorno a quella schiera di colonne barocche e ai trionfi dorati di spere, nuvole, putti, qualcosa ha finito lì per lì per  riscaldarci, non so come,  e renderci in pochi attimi più  febbrili e reattivi.

Scaldarci...
Beh, in effetti, il termometro faceva  meno 4 gradi,  poco dopo, durante la breve e irrinunciabile visita ai deliziosi mercatini di Natale, su dalla Siegmund Haffner fino alla Domplaz. Una sensazione di freddo implacabile, tagliente,  appena mitigata dalle braci fumose dei Bratwurstel e dai pentoloni in rame con l'acre odore del vino bollente.
Mancava davvero poco al concerto. Ma i  ragazzi erano ancora lì, come innocenti e incantati Lucignoli, fra lo stupore di quelle casette di legno, tra il fiabesco avvicendarsi di renne argentate, tra cavalli e slitte di cristallo. Un paese dei balocchi  da cui era tanto amaro dover ripartirsene...

I primi vocalizzi nella sala prove erano roba da attanagliare chiunque. Con le ugole del tutto impietrite per il gelo e solo quindici  minuti all'esecuzione. Non ricordavo in quel momento chi fosse il  santo patrono di Salisburgo, per chiedergli aiuto. Me ne inventai due: San Demeter Friggher e Sancta Hilde Baunkam, maschio e femmina. Mi è rimasta una promessa verso di loro, per grazia ricevuta; consistente in viaggio scalzo per Montepellegrino, a mezzogiorno, il prossimo Ferragosto...
Le Voci Bianche erano  già  a posto, cinque minuti prima  di iniziare.
E' mia abitudine non parlare della musica che abbiamo fatto.  Mi piacerà  soltanto postare  prima possibile qualche breve video in queste pagine, a ricordo di quella sera indimenticabile.
Sapevamo di quel compito difficile; vissuto nella commozione d'essere tra gli stessi gradini calpestati dai Tomaner di Lipsia, dal Tolzer Knabenchoir;  nello stesso transetto in cui oltre cinquanta messe del repertorio classico vengono eseguite  ogni  anno dal Chor e dall' Orchestra in residence della Franziskaner e dai cori di tutto il mondo. Il segno di una cultura di secoli,  di una tradizione viva,  incancellabile, pulsante, che scorre nelle vene dei salisburghesi come le amate acque della Salzach  che  vanno e fendono il cuore della città recandosi poi in  chissà quale mare lontano...
L'indomani, di primo mattino, a piedi, forse il momento più bello, di là dal cantare. Ci spettava vedere la casa di Mozart, nella Getreidestrasse. Un cunicolo di scale povere, ripide, levigate dal tempo; fino a quelle piccole stanze, semplicemente adorne di risapute e sempiterne cose:  i ritratti di Wolfgang e Nannerl,  gli  autografi del Rondò/Allegretto,  la spinetta, i bozzetti del Zauberflote.
Da ciò, da questi tattili ricordi ci è piaciuto molto, tra quei muri,  esser cullati  dalla presenza e dal  respiro della Storia, il  poterne toccare con mano le mille, docili verità minime: la vita di un uomo e il suo dipanarsi in racconto, innanzi ai nostri occhi. Non avevamo che restare attoniti, davanti a tale meraviglia. Tuttavia nulla, nulla  ci è apparso così bello  in quei momenti, quanto le note  dell' Ach, Ich Fuhl's, l' aria di Pamina, che da una finestra socchiusa, risaliva in effluvio dolce fino a  lì,  dal piano della strada.
Luca intanto ci aspettava con il suo autobus, di là dal ponte, per il lungo viaggio a ritroso tra i giganti delle Alpi, per un ultima fermata al Rosenberger, il ristorante di Innsbruck a poche miglia  dal confine. Il tempo di una corroborante goulash-suppe e di un sublime strudel di mele. Per ultima, una granita di agrumi, fatta da me per Carmen. Con arance, zucchero e neve...

 Un viaggio indimenticabile, il nostro. Così come indimenticabile è stato, per noi, aver potuto prendere coscienza del rispetto, della  dignità,  del riguardo di cui godono la musica e gli artisti, da queste parti.
Un rispetto silenzioso, esplicato anche nei gesti o negli sguardi più semplici. Anche dentro una o due sole parole. Musiker, schone...






Per tali e ad altre ragioni va  qui il nostro grazie, dulcis in fundo,  a chi ha  avuto la virtù di rendere possibile questa esperienza felice. E più precisamente:

la dottoressa Irene Salcher Cillari, Console d'Austria a Palermo  per la sua straordinaria gentilezza e disponibilità;
il Dott.Christhof Meran, direttore del Forum Austriaco di Cultura, a Roma e della sua segretaria Margit Hirschegger, per il complesso  lavoro di raccordo compiuto;
il Maestro Elgar Odo Polzer, organista,  kappellmaster della Pfarrkirche, protagonista dell' Internationelle Festpiele  di Bregenz  e di sua moglie Elizabeth, per il loro decisivo ed entusiastico apporto  alla realizzazione del primo concerto;
il Conte Siegmund Kuenburg, autentica anima ideatrice del Concerto di Salisburgo, per ogni  sua insostituibile, amorevole cura ed attenzione;
Il Pater Alezander  Puchberger, priore della Franziskaner Kirke, per il suo contributo  fattivo e determinante in favore dell'evento;
il Maestro Gerhard Pferer, organista e Kappelmasteir, per l' affettuosa collaborazione logistica e musicale;
la pianista Manuela Giardina,  talentuosa musicista del Conservatorio di Palermo e del Mozarteum di Salisburgo, per la sensibilità e l'aiuto effettivo mostrato in preparazione alla serata.


                                                                      








Le Voci Bianche del Conservatorio nella casa natale di Mozart














 La città innevata, al mattino








Nella Brauhaus, dopo il concerto











La Salzach e la città










Salzburg, notturna








Giovanni DI Giandomenico: Magnificat anima mea 












Una "dolce" esecuzione   con i Mozart  Kugelns




















giovedì 21 novembre 2013

Le Voci Bianche del Conservatorio di Palermo a Bregenz e a Salisburgo



Due concerti in Austria per le Voci Bianche: Martedi 26 novembre nella ST. Galluskirche di Bregenz;  Mercoledi 27 Novembre nella Franziskanerkirche di Salisburgo.








Un breve ma intenso tour in due città simbolo per la musica in Europa:
Bregenz, il capoluogo del Voralberg e sede dell'omonimo Festival Internazionale, sulle rive del Lago di Costanza; Salisburgo, città del Festival più importante e del prestigioso Mozarteum dove oggi studiano e si perfezionano alcuni  dei più valenti allievi dei nostri Conservatori.
Le due chiese sono anch'esse luoghi di grande tradizione per la musica corale. La Franziskaner di Salisburgo, in particolare, ha il proprio coro e una propria orchestra, con un vastissimo repertorio che comprende tutte le messe più rappresentative del repertorio classico; la ST Gallus Kircke  ha ospitato, tra l'altro, complessi come i Wiener Sinphoniker e ha dato vita, recentemente, con il coro che  opera al suo interno, all'esecuzione delle Messe di Franz Joseph Haydn.  
Andremo  a portare la nostra musica, neve permettendo (!) Passeremo dal Brennero in autobus, lunedi sera, e sono previste, appunto, leggere nevicate. Sono anni che l'autostrada che va da Vipiteno a Innsbruck non viene chiusa, (meno male!), quando il tempo non volge al bello. Abbiamo da  essere fiduciosi. Ci verrà data dagli esperti, comunque, ogni rassicurazione possibile  ancor prima di partire.
 Vorremmo, intanto,  facendo compagnia  all'ansia dell'attesa, quasi parafrasare qui  la canzone di Irvin Berlin " I dreaming of a white Salzburg..."  ad uso del nostro viaggio. 

Il papà di Dalila mi dice che la sua figliola non ha  mai visto la neve. Ne vedrà tanta,  in una volta sola: quella giusta, però. Quella che carezzerà, al risveglio del mattino, le rive quiete del Bodensee o della Salzach, il fiume di Mozart e della sua Simphonie in G Dur : con le sue volute tra gli aceri spogli e il suo portare, come dietro sè, le case imbiancate e il silenzio delle landen. Con il suo tempo di danza dolce, inarrestabile, evocato  dagli archi come una fiaba che si racconta e si rigira all' infinito...

  


 P.S.
(Vorrei, in questa pagina,  rivolgere  il mio pensiero e poter esprimere la mia stima  e la mia più  alta considerazione musicale  verso i giovanissimi delle  nostre Voci Bianche che solo per esigenze numeriche non potranno far parte di questa trasferta. In Austria andranno ben 14 nuovi elementi che per la prima volta faranno la loro esperienza fuori  dalla Sicilia. Un segno importante di  attenzione e dinamicità per un futuro che terrà conto sempre del valore imprescindibile di ciascuno. Ad maiora, ragazzi !)  




Il Plakat del Concerto.

                             












Salisburgo: la guglia più alta , a destra  è quella della Franziskaner Kirche















Concerto  diretto da Elgar Polzer alla ST. Gallus Kirche di Bregenz












Il Lago di Costanza, Bodensee, vicino a Bregenz 
                                                                 






domenica 10 novembre 2013

RAIUNO, Antonio Sottile a "Voglia di Musica" a cura di Luigi Fait, 1985.

Bach/Kempff, Siciliana

Clementi, 5 valzer

Chopin, Valzer in la min B.I 150

Paganini/Liszt:

La Caccia, La Campanella 


                           
qui sotto il link del video:


Ieri sera lo ha scovato il papà  di un mio allievo, dagli archivi RAI.
E' un filmato di quasi trent'anni fa.
L'audio lascia a desiderare. Dovrei averne una copia migliore, da qualche parte. Intanto mi piace postarlo tra queste pagine.
La mia gioventù...
Mi sconvolge, in questo mattino di novembre, pensare alla sconfinata, ineludibile vastità che è dentro la musica: quanto il tempo e la vita, in noi,  possono giungere a trasformarne di essa le sembianze.
Prima di dormire riflettevo intorno a certi  pensieri per l'avvenire.  Ad esempio, il desiderio di voler vivere il più possibile, anche soltanto per aggrapparci  ad un solo attimo in più del battito dei pensieri e dei sogni dei nostri figli.
Pure con la musica è così; poter intravedere la sopraggiunta pura verità che si cela dentro a ogni suo elemento e sentirne, più che si potrà,  il sapore acerbo o antico del suo miele infinito...

                                                     




domenica 27 ottobre 2013

"O dolce Regina..." : un brano sacro e popolare dedicato alla Festa dell'Assunta ad Isnello, il mio paese.

Credo nel talento di  questa ragazza. Tra pochi giorni entrerà  a far parte della meravigliosa schiera di giovani del Conservatorio  Bellini di Palermo.









"O Dolce Regina...", Inno in lode ed onore alla Madonna Assunta che si celebra in Isnello (PA) il 15 agosto.
Musica e testi di Antonio Sottile.

Soprano Gloria Grisanti, pianoforte M° Antonio Sottile.

Dal Recital "Ah non credea mirarti..."
Isnello, 4 agosto 2013 - Chiesa SS. Annunziata

Fotografie Giuseppe Cultrara
Montaggio Tiziana Mazzola











venerdì 27 settembre 2013

SUCCESSO A RIPOSTO DEL CORO DI VOCI BIANCHE DEL CONSERVATORIO DI PALERMO / da " La Sicilia", Catania, 24 /9/2013

Semplicità e naturalezza per incantare con virtuosismi vocali





La Sicilia/ Giorno e Notte

Ha registrato ampi consensi tra il folto pubblico presente il concerto che si è tenuto a Riposto del Coro di Voci Bianche del Conservatorio  di Musica  Vincenzo  Bellini di Palermo diretto dal maestro Antonio Sottile, tenuto nella basilica di  San Pietro della cittadina marinara. Lo spettacolo è stato promosso nell'ambito della rassegna  "Classiche  Emozioni"   del cartellone "Riposto Summer Events"  del Comune ripostese. Il Coro di Voci Bianche palermitano, composto da oltre cinquanta elementi,  nel corso del concerto del concerto della Basilica Matrice, è stato accompagnato dal maestro Antonino Fiorino.
"Il Coro di voci bianche del Conservatorio  "Vincenzo Bellini" di Palermo che è diretto sin dal suo esordio dal maestro Antonio Sottile  - dice  il direttore artistico della rassegna " Classiche  emozioni" Andrea Raiti -   si è esibito con tecnica vocale che definirei impeccabile, con semplicità e naturalezza  in un repertorio corale altamente impegnativo e di non facile esecuzione, in  un programma stilisticamente variegato, barocco nel complesso, caratterizzato da  passaggi  talora verdiani, altre volte veristi, con Cavalleria Rusticana. Senza tralasciare il lied tedesco dell'Ave Maria di Schubert. Il coro, che è stato costituito nel 1991, si avvale da oltre dieci anni, della collaborazione, oltre che della collaborazione del pianista Antonino Fiorino, di quella di Giusy mancino, che ne coordina l'attività.

                                                                                                                            Salvo Sessa



La rassegna stampa dell'evento, con l'articolo qui riportato, con ci è stata inviata da Gianfranco Pappalardo Fiumara, assessore alla Cultura del  Comune di Riposto, cui  va  il merito  di averci invitato come ospiti al Riposto Summer Events  di quest'anno.

                                                                                                                                          a.s.







Le Voci Bianche, nella Basilica Matrice di Riposto







Una suggestiva immagine della Basilica di Riposto e, sullo sfondo,  l'Etna












                                             Riposto, la piazza con la  Basilica di San  Pietro

                                   









L'articolo su " La Sicilia"















sabato 24 agosto 2013

Damiano Virga, il percorso di un uomo, tra cultura e poesia

Damiano Virga Pernice (1910- 1981)





Un mio breve post dedicato a Damiano Virga Pernice: medico, letterato, politico, protagonista  autentico della storia recente di Isnello,   in occasione della presentazione del suo libro di poesie
E sorgerà quell'aurora candida, pubblicato da Edizioni Arianna.




Isnello, 18 Agosto 2013














Da  “Museo   d’ombre “  di Gesualdo Bufalino:
“… Non dovremmo mai smettere  di rendere onore a quelle miscellanee, a cura di Municipi e Pro Loco  che si stampano, in  provincia, qua e là. Opere incòndite,  spesso , come  i Barbanera  e i Lunari d’una volta, ma che non  saranno mai lodate a dovere: serviranno domani,  forse, depurate dalle senili tossine della nostalgia, a chi, tra la polvere degli scaffali, non cerca soltanto i testi senza tempo dei poeti supremi, ma  fiuta il calore residuo delle esistenze che furono, le pedate furtive della storia minore, quasi sempre più maestra d’ ogni altra…  Poiché storia non è solo quella conservata negli  annali del sangue  e della forza; bensì quella legata al luogo, fisico e umano in cui ciascuno di noi  è stato educato. Storia è il gesto  con  cui s’intride il pane nella madia o si falcia il grano; storia è un nomignolo fulmineo, un proverbio  accattivante, l’inflessione  d’una voce, la sagoma d’una tegola, il ritornello  d’una canzone; tutto ciò, infine,  che reca lo stemma del lavoro e della fantasia dell’uomo…”

Ho scelto questo incantevole paragrafo da Museo d’ombre, quale preludio  possibile ad alcuni miei  brevi pensieri su Damiano Virga, protagonista autentico  nella recente  storia di Isnello.
Voglio ringraziare  la signora Magda e i suoi fratelli, oltre  ad Arianna Attinasi, mia allieva musicista ed editrice, dell’ invito affettuoso ad essere  qui.

Voi  mi scuserete  se  non sarò  all’ altezza di narrare ,  di là da poche cose,  intorno a fatti o a episodi  concreti che attengano  alla vita di quest’uomo importante.  Ma qualcosa proverò a dirla ugualmente. Poiché, come ci accade  in certi libri di racconti  e d’ avventure, dove  i personaggi  ci appaiono nella loro entità fisica,  viva, e il respiro dello loro azioni li fa assurgere  ad eroi del nostro immaginario, così la figura umana e creativa del Dottore  Virga, nel tempo, ha  finito  per esserci vicina, sempre più, lungo  le trame  e i percorsi del nostro intrinseco, profondo legame con Isnello.  Una sorta di conoscenza fatale,  imprescindibile,  trapelata man mano guardando  ai riflessi copiosi e fecondi di tante  sue idee e  iniziative, venute fuori dalla  forza entusiasta  del  suo lavoro e del suo impegno.

Ci piacerebbe conoscere tanto, del dottore. A  partire da minime cose. L’andare dei suoi passi, ad esempio; nel tragitto che portava dal suo studio di medico al Comune; oppure il suo suono di voce,  a scandire nell’aria la parola  di un saluto; e da questo,  comprendere, di lui,  il bisogno di sentirsi  vicino alla sua  gente. O piuttosto, il suo essere  poeta:  a stringere, socchiudere  gli occhi, cercando, tra il silenzio disceso da Montaspro, dai meandri di sestine o settenari, l’atteso e invocato  orizzonte di sillabe e rime…

Ciascuna di queste sue passioni meriterebbe stasera di essere qui discussa e sviscerata e, siamo certi, lontano dalla fragilità, o dal limite che accompagna l’agire  di tutti gli uomini,  troveremmo  sempre un frammento o un indizio felice,   in   lui,   per accrescergli  il senso o il tributo d’una gratitudine.

Di là dal raccogliere insieme il momento e il valore d’un libro che nasce, della sensibile attenzione dell’ editore, del puro  e assoluto slancio  da parte dei figli nel vedere  dulcis in  fundo pubblicata l’opera del  padre,  ci sembra giusto non lasciar dimenticare l’altra opera, quella non scritta, compiuta dal Virga  ad Isnello, per interi decenni  in fatto di risveglio culturale, di  rinnovata coscienza sociale, di acclamata,  febbrile ricerca dei propri cromosomi di identità.

E forse un altro ancor più rilevante messaggio che  egli ha  voluto lasciarci è legato alla  sua stessa  capacità di dialogo  e di intesa con altri uomini colti, con altri pensieri illuminati, con altre menti dischiuse,  condividendo insieme ad essi il dono  e il merito di passar oltre, talvolta,  al disagio  di aspri  e  annosi conflitti  pur di fare il bene del paese,  pur di lasciare un solco di fertile e fruttuosa risultanza al fluire dei  suoi intenti,  delle sue promesse.

Lo stessa promozione di  dialogo che oggi  tra noi ahimè,  troppe volte si è incapaci  di intessere, di costruire,  mortificando la coralità dei gesti in favore di sordidi egoismi,  o  anteponendo  ostinate resistenze  al divenire del nuovo,  e contro il nuovo brandire spesso le armi vacue e cieche del giudizio.
Di uomini  come questi si  avrebbe bisogno, ancora oggi: affinché le nostre comunità  non vengano ghermite,   ce lo ha detto il papa, dalla globalità dell’ ignavia  e dell’ indifferenza. E  i giovani vengano presi e conquistasti, per prima cosa,  dall’ insegnamento dei padri,  e  carpirne    da essi l’eredità più viva,  l’eredità degli stessi sogni, come  accadde a suo tempo al dottor Virga, col proprio  genitore, cultore anch'egli dell'arte dello scrivere.

Vorremmo solo pensare,  in una sorta di flashback, di esile gioco tra tempo e memoria,  alla tenerezza di questo déjà  vu  tra  padre e figlio, tra  don Carmelo e Damiano,  tra il genitore poeta e  il suo ragazzo. Al loro scambiarsi,  tra il rosa/tramonto della Madonia, il profumo delle metriche  e dei versi,  come frutti del  loro stesso giardino,  provenuti  dall' albero  e dai rami del loro stesso cuore …

E vorrei ora, poter ricambiare  con  piacere   al  segno di una cortesia  fattami da uno di voi figli  qualche tempo addietro,   a cui domandai la copia del manoscritto d’una poesia di vostro padre.  Una poesia  che risultò utile, anzi, indispensabile, per il mio "Canto di Maggio" Una poesia che molti, molti di noi abbiamo imparato a conoscere…




La Frottula

Tra i tanti cosi rari di sarvari
d’ì vecchi tradizioni tramuntati
una  ci nnè, ch’ è digna di cuntari
tra li cosi prisenti  e li passati…

Fròttula la chiamàru p’ì la genti
ca a  fudda e a frotti vi participava
cull’ alligrizza e l’animu ‘nnuccenti
e lu firvuri di la genti brava.

E fròttula  la chiàmanu i paisani
ca si fa prima di la pricissioni.
E’ l’ura  pi li giùvini cristiani
di diri ‘n coru preci e orazioni.

Sti  Fròttuli, ca sù sempri diversi
sunnu cumpusizioni musicali
ca sù cantàti cu l’antichi versi
a’ gloria d’ù Santuzzu di l’annali.

Grapi lu curteu ‘na fanfaredda
doppu  vennu palii e paliiceddi
E doppu arriva puru ‘a varicedda
parata cu li favi e i lavuredda.

I cantùra schirati  ‘n prima fila
vannu cantànnu lodi a lu Signuri
lu cumannanti ‘u primu versu sfila
c’u ‘nà gran vuci  e  tuttu lu sò arduri.

A’ fanfarredda sapi la so parti
e accompagna lu cantu già trascrittu
e sona cù maistrìa, sona cull’ arti
pi tuttu quantu è longu lu tragittu.

Cantannu d’accussì furrìa ‘u paisi
e cu ‘a maschiata speddinu li sona
dannu a tutti li genti già l’avvisi
ca  di la chiesa passa ‘à pricissioni. 

                                                                      
                                                                             ..
Certo,  questa sera,   convinti dall’ esser  vero  che l’arte,   più di ogni cosa,  più dello stesso pensiero,  può  e sa ricondurci al rifiorire del passato, col suo magico sacco,  col suo strascico  vivo di galassie lontane,    vorremmo  come poter  immaginare d’avere qui, sbarcato  da chissà quale navicella, l’uomo che stiamo celebrando, ricevendolo come si fa con un amico che ritorna. E  parlargli, chiedergli, condividere, dibattere,  intorno alle cose che amiamo: prima di tutte , le sorti del  nostro paese. Ne avremmo  da lui risposte  altere, non desuete; di certo miranti  all’ avvenire, dell’ uguale sostanza di chi sa foggiare o  ideare, e sa tradurre poi  il tutto nelle semplici  azioni del vivere.         

Infine, prima che egli riprendesse  il viaggio verso i pulviscoli leggeri del  Gran Carro,  saremmo lieti di riservargli una  sorpresa:  la stessa che  facciamo ora  a voi che siete qui; l’ascolto dei versi  del padre,  Don Carmelo Virga,  mentre  intessono  il loro canto, il loro Adagio  dolce,  alla Madonna:


Là dall ‘immenso empireo/ 
ove col Figlio impera/
tra lo splendor degli Angeli/
pietosa, a mane  e a sera/ 
Ella ci ascolta i palpiti e acquieta il nostro duol…


                                                                                                  Isnello, 18 Agosto 2013
    





La copertina del libro









Arianna Attinasi  introduce la presentazione del libro.
Da sx:  Magda Virga, Antonio Sottile, il Sindaco  di Isnello,  dott. Pino Mogavero,
Don  Salvatore Peri  e il prof. Salvatore Grisanti. 






Presentazione del libro, locandina







Antonio Sottile e Gloria Grisanti,: " Là dall'immenso empireo"
 








Con Magda Virga Benincasa





                                                                                   Photos by  Giusy Vacca






giovedì 22 agosto 2013

La Frottola, la fiaccolata e le luminarie dell'Assunta a Isnello.


L'Inno Sacro dell' "Ave dolce o Regina"  e  le altre antiche Frottole dedicate a Maria (Immacolata, e Madonna del Carmine)  hanno risuonato ancora quest'anno  per le chiese  e le  strade di Isnello.
Di questa magica  sera  musicale e religiosa ne ho già scritto tra queste pagine già l'anno passato (clicca:  La Festività della Vergine Assunta a Isnello ).
Il 13 Agosto scorso, le donne di questo nostro meraviglioso paesino immerso tra le alture delle Madonie hanno voluto dedicare alla Madonna anche  i segni della loro creatività manuale; ci sono  apparsi come semplici, straordinari gesti d' amore. Ve li mostriamo:
Vi riportiamo qui  anche alcuni brevi  scritti da parte dei cantori di  Anima Gentis.
A presto  anche l'audio  del brano.










   "O dolce Regina..." 

(per la Festa dell’Assunta in Isnello)




Quando il sole scolora nel mare
e la luna rivede il suo cielo
mentre ascende il silenzio alla sera
per  te o Madre alzo il canto d’amor. 
             
Ave,  o mia dolce, o Regina
Ave, o splendente candore…
Prendi il sussurro d’un cuore
che anela a esser degno di te.

Tu  che  inondi di luce  il creato
e dell’ uomo fai lieve  il peccato
non negarmi il tuo sguardo, o Signora,
che disveli ogni tua verità. 

Ave,  o mia dolce, o Regina...

                                                                                                              A. Sottile, 2012












13 agosto, sera 





Pochi giorni e la vita di un paese...                         

Ho accolto l'invito del Maestro a provare e poi eseguire la Frottola dell'Assunta e mi sono ritrovata a far parte integrante di una comunità che mi ha accolto con affetto ed entusiasmo, dal primo istante.
Porto con me il ricordo di ogni momento: i saluti di chi incontro, sconosciuta, già all'arrivo, come nei sentieri di montagna (chissà perché quest'uso non c'è al mare); l'accoglienza garbata delle suore, Salvatore sempre disponibile per un aiuto, la prima prova all'Annunziata (“vieni, proviamo la voce”  e poi l'abbraccio dei soprani e la mia voglia di far bene, Nino, fammi vedere gli spartiti, Giuseppe, le fotocopie!), zio Nicola e zia Titi' rivisti dopo anni, Nunu' e Michele nuovi amici, Tiziana, Gloria dolcissima, tutti gli altri, uno a uno…
 E poi via via, su e giù per l'acciottolato delle viuzze, per un altro impegno o un'altra prova fino alla notte del tredici. La preparazione e la cura dell'evento importante, l'abito nero e il senso di appartenenza, Maria Rosa con me,  l'affetto di Sara, la salita a Santa Maria e lo"sbalanzo"  ( l’orrido  dietro il castello )  dei miei vent'anni.
Poi la processione che  si snoda per le vie, i vicoli e i sottopassi non ancora esplorati,rischiarati dalla magia dell'uncinetto che riveste il  vetro dei  mille lumetti, qua e là, con le  loro fiammelle, vive, ineguali, d’innocente incanto..
Procediamo in fila per quattro, quasi soldati, bisogna mantenere la riga, Carmen la mano! stando attenti a non scivolare, fino alla prossima chiesa, alla prossima piazzetta dove ci fermiamo ad eseguire gli Inni... L'oro e i puttini barocchi o lo sguardo di chi sta al balcone.
Poi la musica. L'incipit del flauto solista cui segue il Tutti della banda. Il viso e i gesti sapienti del Maestro richiamano a quanto costruito nelle  prove ma ci chiedono, e ci danno, qualcosa ancora di più;  l'intonazione, oddio, vocefredda...
Il senso di condivisione è fortissimo. Il canto si eleva e suggerisce una religiosità antica. L'ultima esecuzione di nuovo lassù, tra lo splendore della chiesa  in alto, dal belvedere su Isnello illuminato, quasi un presepe.
Si ritorna sulla terra.  Dopo, pizzette , coca,  il riverbero di un dolore alle ossa dovuto all'acchianata… Risento perfino il freddo della sera che contrasta con l’ansare  caldo di questa fatica.

Grazie Coro Anima Gentis,
splendida realtà e risorsa rara di un paese.


                                                                                                          Maria Luisa Nuccio ( da Fb)












Dopo l' ultima esecuzione della Frottola ( foto Rosario  Cascio)












" E  le stelle sono state a guardare "

Chissà  a  cosa hanno pensato le stelle, stanotte... Incuriosite, saranno rimaste  a  mirare quei lumi preziosi, eleganti nei loro merletti e nastrini, adornati da mani sapienti, brillanti, tremanti,  stretti tra loro, pronti  a schiarire viuzze  e stradelle pietrose e scoscese, in vive fiammelle tra scuri stalle ed  ovili del piccolo borgo intento  a cantare...
Avranno udito, stupite, le note salire dal lungo corteo, la ciurma gioiosa di banda  e di coro, in lieta eco ad uomini, donne, vecchi, bambini. L'acchianata per tutti non è stata fatica ma  gioia di andare  a cantare o ancor meglio  a pregare in lode all'Assunta: " O dolce Regina..."
Dopo, quando tutto ha taciuto, gli strumenti, le voci, la gente  ed  il coro, spenti i lumini, tornato lo scuro, le stelle grate a "Colei che di luce  inonda il Creato", sommesse, quiete, sonnolenti,  silenti, l'une e l'altre  si saran domandate: " ma dov'era il cielo, stasera?  Forse in quel pugno di case,  laggiù..." Peccato, lì, non esserci state...
                                                                                                                 

                                                                                                   Nunù Alberti (da Fb)









...All'uncinetto
















... come  una serenata, la frottola  alla Madonna Assunta, ha riecheggiato con le sue dolci note nelle chiese di Isnello  e negli angoli più suggestivi del paese adiacenti e prospicienti le chiese più piccole. Un percorso processionale illuminato dai lumetti ricoperti dai preziosi ricami, preparati dalle abili mani delle donne isnellesi, che trasparivano la fioca luce attraverso i fori del ricamo. Il popolo orante seguiva, composto, la varetta con il simulacro della Vergine...

                                                                                                    Giuseppe Carollo (da Fb)









"...mentre ascende  il silenzio alla sera..."













... Si è svolta la Frottola in onore della Madonna Assunta per le vie di Isnello. Il percorso, illuminato da candeline colorate e lumini avvolti in centrini, si è rivelato molto suggestivo  mentre le persone che vi partecipavano hanno creato una cornice bellissima...


                                                                                           Rosario M. Cascio, (da Fb)
                                                                                                   













Le piccole luminarie e la stada attendono la Frottola 














La  varetta dell'Assunta a Santa Maria Maggiore















La gente ascolta l' Inno all'Assunta, davanti  alla chiesa del Rosario.