MITTELDEUTSCHE ZEITUNG, Halle
“ Dopo anni duri, si risale…”
Manuela Schreiber, 4 Maggio 2012
I bambini di Palermo non potevano sapere quanto fosse appropriato il loro brano per l’esordio al Kinderchor Festival di Halle: Va pensiero sull’ali dorate è il canto dei prigionieri che vogliono liberarsi dell’ombra del passato. La stessa ombra attraversata negli ultimi tre anni da parte dell’organizzazione del Festival, al punto da far temere, dell’evento canoro, la sopravvivenza. Ma oggi, all’ apertura della 33a edizione del Festival, nella Ulrichkirche Concert Halle, si è chiaramente percepito già dalla serata iniziale che finalmente si è ripreso a risalire la china. Tutto ciò non soltanto per via del brano presentato dal Coro siciliano, la cui esibizione ha costituito il culmine del concerto di apertura. L’Ensemble delle Voci Bianche di Palermo ha dato prova di una esecuzione piena di fervore e di grande disciplina, sollecitata in modo vivace e con anima da Direttore del Coro, Antonio Sottile. Questo Va pensiero sull’ali dorate potrebbe valere come motto del Festival di quest’anno. Il Ministro della Cultura della Sassonia nel suo arguto discorso introduttivo, ha parlato della musica come elemento di unione fra le lingue e le culture il cui intreccio, tramite le note del Festival, è proiettato a volare verso il mondo. Confortato del sostegno al progetto da parte dello stesso Ministero della Cultura, cui è andato il patrocinio dell’evento, Klaus Roth, responsabile e organizzatore di questo grande happening musicale così radicato nella tradizione di Halle, ha sottolineato il lavoro e la scelta vincente da parte della Commissione artistica del Festival nella selezione dei cori partecipanti. E avvincente è stata anche la varietà offerta all’udito del pubblico, dopo il saluto del Sindaco Dagmar Szalados. Così, non soltanto ha entusiasmato l’ascolto a cori riuniti dei canti di Halle, “Es steht eine Burg ueber’m Tale” e “An der Saale hellem Strande”, ma anche gli interessanti contributi, attraverso la lingua dei gesti, da parte del coro della città, Ulrich van Hutten che si è egregiamente battuto contro la magnifica concorrenza internazionale. Ha destato altrettanta impressione la bellezza del timbro offerta dal coro femminile semi professionale della Scuola Pforta, con i canti del Rinascimento e , a seguire, come abbiamo scritto, i piccoli cantori siciliani con i loro tradizionali costumi ricamati in argento. Insuperabile per magnificenza di colori e per il loro delicato liguaggio di movimenti risultavano infine gli ospiti che hanno affrontato il viaggio più lungo: i ragazzi del Busan Metropolitan Junior Choir della Corea del Sud, che hanno interpretato canzoni e danze tradizionali in modo così leggero ed arioso da creare un punto di avvio per una conoscenza più approfondita di questa cultura a noi così lontana (…) Un festival, questo, così intriso di tradizioni, persino sopravvissuto alla svolta del 1989, che merita senz’altro di più, soprattutto per la nuova qualità raggiunta.
Ha collaborato alla traduzione Christine Dimou