domenica 4 maggio 2025

La tragedia di Superga ed i funerali del Grande Torino, "La Settimana In...






Per caso mi imbatto, stamattina, in una cronaca filmata sulla tragedia aerea di Superga del quattro maggio 1949 e sul grande Torino, di cui nessun campione sopravvisse.
Pur da una certa enfasi e retorica del racconto, non ho saputo trattenere, con moto sincero, le lacrime.
Quanta poesia, tra quelle parole. Uno scorrere di tenerezza che ci manca, oggi. Una fiaba o un dramma, là narrati in punta di penna, che ci sembra non scorgere più.
Quanto orrore, in noi, nei giorni luttuosi innanzi a papa Francesco; per gli scritti, per le poesie in rima su di lui copiate dall'intelligenza artificiale, spacciate per proprie e pubblicate sui profili.
La santità, l’ esempio ineguagliabile presi per la giacca, o meglio, per la tonaca. Dove anche l’ anima appare sfrontata, oltre ai gesti, poi, tra i peana al prosciutto del leader di turno.
O dove anche Gaza con la sua umana distruzione viene commentata, nelle sere in tivvù come al bar, nei suoi pro e contro, uguale a una ridda da Colosseo.
Queste poche righe, stamane, stentano a concludere, innanzi alle grigie pieghe del domani. Ci toccherà sempre più cercare carezze, quasi come segni rari o estinti, al cospetto del dire, dello scrivere o del suonare. Come un granello d’ oro dentro all’ asprezza del fango. O una dissonanza felice, una goccia minuta di perla, scampata al vociare di un rap.Per caso mi imbatto, stamattina, in una cronaca filmata sulla tragedia aerea di Superga del quattro maggio 1949 e sul grande Torino, di cui nessun campione sopravvisse.
Pur da una certa enfasi e retorica del racconto, non ho saputo trattenere, con moto sincero, le lacrime.
Quanta poesia, tra quelle parole. Uno scorrere di tenerezza che ci manca, oggi. Una fiaba o un dramma, là narrati in punta di penna, che ci sembra non scorgere più.
Quanto orrore, in noi, nei giorni luttuosi innanzi a papa Francesco; per gli scritti, per le poesie in rima su di luPi copiate dall'intelligenza artificiale, spacciate per proprie e pubblicate sui profili.
La santità, l’ esempio ineguagliabile presi per la giacca, o meglio, per la tonaca. Dove anche l’ anima appare sfrontata, oltre ai gesti, poi, tra i peana al prosciutto del leader di turno.
O dove anche Gaza con la sua umana distruzione viene commentata, nelle sere in tivvù come al bar, nei suoi pro e contro, uguale a una ridda da Colosseo.
Queste poche righe, stamane, stentano a concludere, innanzi alle grigie pieghe del domani. Ci toccherà sempre più cercare carezze, quasi come segni rari o estinti, al cospetto del dire, dello scrivere o del suonare. Come un granello d’ oro dentro all’ asprezza del fango. O una dissonanza felice, una goccia minuta di perla, scampata al vociare di un rap.