CANTO PER GAZA
Rashid, il cuore, al mattino a noi stringi
mentre, a quel muro, speranze dipingi…
Dove relitti di pietre e di tombe
non hanno voci di azzurri o colombe
tremanti a un boato, d' un frangere secco,
tese a quel ramo d’ amore, tra il becco…
Rashid, la preghiera è un giungerti cruda,
sopra a quel lembo di polvere nuda…
Né anche mai rose, tra il grano e le spine,
tra giochi in malvagio, assurti alle mine…
Tu, dentro a fiamme dipinte già in stuolo
e il grembo inerte d’ un bianco lenzuolo.
Né notti in schiera, di fiabe o reame
ma sogni in ombra a un ghermire di fame …
Rashid, tra soldati in divise d’ orbace
accanto al mondo che ignora, che tace…
A chi in schiera all’ armi si arroga la mente
e va, e uccide gli occhi a un sussurro innocente…
A chi estirpa un letto, un campo o carezza…
senza che il mare conceda una brezza…
A chi nega il tempo, una storia o bandiera.
Dentro a canzoni di mai primavera.
...
(a s. 2 giugno 2025)